Smusserà gli angoli
e nel sonno parerà il colpo alla nuca.
Poi, sul corpo in abbandono
poserà l’autunno.
Io poi mi trovo accanto ad una finestra.
Dopo notturni operosi e remota
come quest’isola che per la tua ombra
tutta vive,
come gregge paziente e ulivo smanioso,
come la tua greca che per decenni hai lasciato.
Le dovesti insegnare l’attesa.
Non è questo il compito
di chi ama quando il tempo giace sul mare?
Il nostro sole si è divaricato
e giace ormai con l’ombra; stella
al tempo del suo sfoco.
Così difficile questa malattia degli anni,
alta sul pulpito.
Pensando la sera,
menando misericordie, curvando
l’errore che prende radice.
E a giorno
quasi sempre un dirsi niente.
Nessuno nasce così piccolo
come quando muore. Nessuno nasce
così innocente come quando muore
Non si accorge il cielo
che sono morta. Morta di una morte
aristocratica. Nessun segnale, nessuna
confidenza. Così, metà atteggiamento,
metà illuminazione.
Tutto il narrare dell’inverno.
L’atroce arresto delle pulsazioni
fino al bianco punteggiare del nevischio
sul mandorlo in rigoglio,
fino al gemito di falsa primavera
che tutto lascia provvisorio tranne le nenie
fatte in casa di voci che come ceneri
si perdono.
La casa è un gomitolo che si dipana
senza tregua. Pretende di non far entrare la gioia
portentosa che aspettavi.
In ogni angolo c’è una gabbia,
in ogni gabbia c’è n’è un’altra più piccola,
più crudele, più soddisfacente.
Andammo a vedere il mare,
solo il mare perché incompatibili
con tutto il resto.
Fu tempo, come ora, di salvarsi.
Di trovare il sacello. Lo splendore del mistero.
Le stanze furono adattate.
Sedevi alla destra del padre.
E nella rinuncia sedevi,
schivando la coscienza, lo sciabordio
monotono dell’io. Un freddo senza lume,
un’ipotesi di nord.
Se per cadenza che non rallentava
la tua voce increspava l’acqua io non trovavo riva.
Dentro vane bracciate pativo l’affanno.
Cosa mi era utile e cosa mi uccideva
avevano lo stesso brillio.
Quest’ultima è tratta da “Il fortino” Terra d’ulivi edizioni 2016
L’immagine di copertina è Melancolia di Edward Munch (foto presa da wikipedia)