La curiosità salverà il mondo. Almeno quello dei lettori
Di Luca Morettini
Credo sia stato comprando due album di Battiato nel 2005 ch’io mi sia innamorato del concetto di curiosità. Giovane adolescente alle prese da poco con le canzoni di questo artista che sarebbe diventato per me un baluardo del mio mondo culturale, trovai a una fiera del disco due album del suo periodo sperimentale degli anni ’70. Dischi difficili, introspettivi, ricercati, lontani da qualunque cosa si abbia in testa quando si pensa a Battiato. Non erano “Cuccurucucù” o “La Cura”. Erano altro, universi a parte.
Avrei potuto gettare via lontano quei due dischi. Che senso poteva avere un brano di quasi un quarto d’ora in cui veniva ripetuta la stessa scala di note? E invece, dopo aver scoperto che ne esistevano altri sei di album così mi sono detto: se questi sono così, figurati come sono gli altri.
Perché è la curiosità che salverà il genere umano.
Questa lunga premessa per dire come la curiosità mi ha condotto a scelte felici, quasi sempre fatte a scatola chiusa e quasi sempre azzeccate. Come un libro che emerse dal mucchio di una cesta di libri usati e che la trama e il prezzo irrisorio di tre euro mi spinsero ad acquistare.
Eppure io non conoscevo niente dei nomi che campeggiavano sulla copertina: né autore, né il titolo, Meno di zero. A quanto pare concepito dalla mente di Bret Easton Ellis e pubblicato nel 1985. Questo è il potere della curiosità, della ricerca. Stringo tra le mani l’opera prima dell’autore di “Le regole dell’attrazione” e soprattutto di “American Psycho” e non ne ho, in quel momento, la più pallida idea. Scoprirlo successivamente è stata una sorpresa deliziosa e inaspettata.
Non stupisce se Ellis, nonostante dall’esordio a tutt’oggi abbia pubblicato soltanto sette romanzi e una raccolta di racconti, sia diventato un autore fondamentale nella storia della letteratura degli ultimi trent’anni perché soltanto Meno di zero basterebbe per condurre chiunque all’immortalità artistica.
Intriso di una vena estrema di puro nichilismo, vengono narrati gli eventi di Clay, giovane studente universitario, che passa le vacanze di Natale nella sua Los Angeles e passa in rassegna tutta una serie di amici ed eventi caratterizzati da un senso di vuoto angosciante e spaventoso.
Los Angeles + anni’80= edonismo, lusso, soldi, pura apparenza che non lascia niente. La continua ricerca di prendere dalla vita sempre di più. Droghe, alcool, piscine, cene in posti di lusso, macchine costose, vestiti firmati, abbronzature, modelli, modelle. Clay osserva il suo mondo che ha lasciato per l’università, osserva il padre divorziato nel suo nuovo scintillante attico, la madre assente, le giovani sorelle sempre più spregiudicate e viziose, gli amici che si prostituiscono per soldi, che passano da una storia ad un’altra in attesa della prossima striscia di coca, del prossimo cocktail, della prossima festa. E nonostante il disagio e il malessere alberghino in lui per tutto il tempo in cui i nostri occhi solcano le righe del libro, non vi è niente nelle sue azioni: nessuna ribellione, nessuna protesta, nessun riscatto. Non reagisce. Ma non è il solo. Nessuno reagisce, tutti prendono e si autodistruggono.
Meno di zero è una parata di personaggi tutti uguali, di nomi che s’incrociano e si confondono. Non c’è personalità in nessuno di loro, solo soldi, droghe e vuoto. È una scrittura incalzante, veloce, preda della frenesia e che sbatte tutto sulla faccia di chi legge senza nessuna pietà.
Sicuramente la miglior rivelazione di questo mio 2020 alla continua scoperta di cose da leggere, ascoltare, vedere. Niente male per un vecchio libro dalla copertina logora sepolto sotto una montagna di altri simili usati. Ma ricordatelo, è la curiosità che salverà il genere umano.
Narrativa
Einaudi
2017
188 p.,