Riceviamo e pubblichiamo
ONLINE LA RIVISTA WEB “CIVILTA’ APPENNINO”
“Civiltà Appennino” è anche un web magazine. Continua il percorso di rafforzamento del progetto culturale della Fondazione Appennino ETS. Dopo aver curato la pubblicazione “Civiltà Appennino, l’Italia in verticale tra identità e rappresentazioni” (Donzelli, 2020) di Raffaele Nigro e Giuseppe Lupo, parte una nuova sfida con il web magazine www.civiltaappennino.it
Il successo di critica e pubblico del primo volume uscito con la casa editrice Donzelli – è in uscita per fine ottobre il secondo libro della serie “Civiltà Appennino” dal titolo “Le vie dell’acqua” – ha spinto la Fondazione Appennino ETS ad unire al «pennino», e alla sua proverbiale precisione descrittiva, una «app», per le caratteristiche legate al valore della sintesi e della velocità digitale.
La presentazione del magazine online è avvenuta lo scorso 6 ottobre all’interno del Festival dello Sviluppo Sostenibile promosso da Asvis, di cui Fondazione Appennino è partner aderente, con una diretta online sui canali web e social della Fondazione a cui hanno partecipato, insieme al direttore responsabile Piero Lacorazza, anche il responsabile Asvis per i rapporti con i territori Gianni Bottalico e lo scrittore Giuseppe Lupo.
“In questi mesi – scrive Piero Lacorazza nell’editoriale di presentazione – l’attenzione è cresciuta e non vogliamo disperdere questo interesse; vogliamo valorizzarlo perché arricchisce innanzitutto noi, alimenta l’idea di un comunità coesa e impegnata per lo sviluppo sostenibile. La sfida più importante sarà la partecipazione e la costruzione, passo dopo passo, di questo nuovo progetto”.
Civiltà Appennino online segue dunque la filosofia delle saggine in progetto con l’editore Carmine Donzelli, il quale ha recentemente promosso l’associazione “Riabitare l’Italia” a cui Fondazione Appennino ha aderito, “condividendo ormai da circa due anni con Donzelli – conclude Lacorazza – una visione sulla valorizzazione delle aree interne che rimane una sfida ed una visione per il futuro”.
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Fondazione Appennino