Celeste e svagato
Di Piero Dal Bon
… celeste e svagato, sulla panchina di giugno, fissando un alto lampione, retto e saccente, sospesa la plenitudine dell’essere diviso, perplessa, tra decisione distinguente e razionalistica e abolizione fusionale nell’indifferenziato, nella spossatezza umida e prostrata dell’aria, estiva e intestinale…
Ti ergi, allora, tagliente di risolutezza adamantina, ti sgravi del pensoso fardello, perdendo áncore e gravame, ma poco a poco precipiti nel lieve indefinito dei senza carattere.
Sbiadisci, allora, limbale e vaporoso.
Protesti, allora, gonfiando il petto, in piena solitudine d’etere, nell’aria fritta e conversevole.
Pacioso di pallori, ti addomestichi, arrendevole ma inconciliato, per la consunta attenuazione dello spigolo angoloso.
Affabile ed odioso, sgambetti verso casa, con fretta di pienezze e di presenti.
Ma tutto trascolora, inapprensibile di impossibilità vaganti: sfuggenti, atroci e scivolose….
In copertina La tentazione di Sant’Antonio, di Salvador Dalì