Il lento scorrere dell’acqua
Di Mario Maiolo
È successo all’improvviso. Maria guidava sulla tangenziale sud di Lione. Un botto, come un colpo di martello in testa, le ha annebbiato la vista.
Lei non si è lasciata prendere dal panico. Ha rallentato, azionato la freccia, scalato di marcia. Deve aver comunque commesso un errore di guida, se i conduttori di due macchine l’hanno guardata con insistenza durante il sorpasso.
La cosa giusta da fare era fermarsi sulla corsia d’emergenza. Ha spento il motore, azionato il warning, indossato il gilet giallo come prevede la legge, preso il telefono e la bottiglietta d’acqua. Prima di allontanarsi dall’automobile ha verificato di aver chiuso la portiera, e che la macchina fosse dentro i limiti della carreggiata riservata agli automobilisti in difficoltà. In seguito ha scavalcato il guardrail facendo attenzione a non farsi male.
Dall’altra parte della strada si è seduta su una pietra e si è rinfrescata la fronte con un fazzoletto inzuppato d’acqua.
Alternando profondi respiri a sorsi d’acqua, prende tempo. Toglie il pullover e slaccia i primi bottoni della camicetta. Il bisogno di una sigaretta le provoca un momentaneo disagio. Ma ha smesso di fumare da tempo. La rinuncia a questa dipendenza non le costa più fatica. Guarda lo schermo del telefono, beve ancora un sorso. Il polso è tornato normale. Anche il tremolio causato dalla paura è scomparso. Cerca il contatto della sorella maggiore Andrée e fa partire la chiamata.
— Maria, ça va ?
Soltanto adesso si abbandona in un pianto a dirotto.
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Un sonno agitato ha condizionato il suo umore questa mattina. Mentre Julien preparava la colazione per i loro due figli, lei, che per tradizione privilegia il tè, si è infilata sotto la doccia con una grande tazza di caffè in mano.
Accompagnare Juliette e Antoine alla fermata dello scuolabus e salutarli augurando loro una buona giornata è un’abitudine quotidiana che le sta a cuore. Rientrando a casa, Maria si è sorpresa ad ascoltare la sua voce. Sembrava che la diffusione quieta, chiara e regolare delle parole “ti devo parlare” dirette a suo marito provenisse da un’altra persona.
Un profondo respiro ha segnato una pausa. Quello è il momento che segna il tempo della nuova vita di Maria.
“Je ne t’aime plus. Je suis désolé,” ha detto con calma.
La linea di arrivo di considerazioni, incertezze, ripensamenti, prolungate conversazioni con genitori, sorelle, amiche e amici si riassumeva in una manciata di sillabe.
Questa storia era cominciata sotto le lenzuola, ma all’incontrario di quello che succede di solito. L’idea che Julien la toccasse le era diventata insopportabile. In principio aveva creduto fosse un disagio passeggero. Il comportamento giusto da tenere le era sembrato lasciarsi andare. Ma in amore non si può fingere a lungo. Non lei.
Un giorno Maria si è precipitata a casa dei suoi genitori in lacrime. L’incontro con uno psicologo non era andato come credeva. L’uomo le aveva consigliato di discuterne anche con i figli. Il magone era insorto lì. La tranquillità di Juliette e di Antoine veniva prima della sua. Il compito di un confronto con loro aumentava le sue preoccupazioni.
Manifestando una comprensione insperata, sua madre l’aveva all’inizio sorpresa. Ma il lupo perde il pelo, non la sua “indole”.
Maria conosceva questo aspetto della sua famiglia. La fantasticheria di vederla cambiata era stata un’illusione di breve durata. Se lei aveva adattato il proverbio del lupo al carattere di sua madre, un giorno sua madre aveva esagerato sostenendo che “i panni sporchi si nascondono sotto il letto, piuttosto”. Quel giorno lo sguardo silenzioso e preoccupato di suo padre aveva incrociato più di una volta il suo. Intanto che la mamma continuava a dissuaderla con argomenti fuori luogo: “La crisi dei quarant’anni”, “le difficoltà del matrimonio” e “con un po’ di pazienza tutto ritorna al suo posto”. Un saluto frettoloso l’aveva condotta fuori da quella casa e, con l’umore sotto i piedi, si era rifugiata da un’amica.
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Quando può Maria corre. La corsa a piedi è pane per il suo umore. Come se il movimento incoraggiasse i buoni pensieri ad uscire fuori dalle loro tane.
La pratica di separazione è nelle mani di un avvocato. Un accordo con Julien prevede di vendere la casa, restituire il debito rimasto in banca e dividere la differenza.
Nel frattempo, la vita in comune infastidisce entrambi.
La sera lei è l’ultima ad entrare nella stanza dei bambini. Il suo bacio della buonanotte fissa la fine delle chiacchiere e l’inizio del sonno. Dopo, un silenzio imbarazzante batte il tempo tra lei e Julien.
Maria approfitta di questo momento per rispondere alle ultime mail della sua giornata di lavoro. Il compimento del lavoro entro sera ricalca una parte del suo temperamento. Questo tratto di carattere ha origine nell’idea che ogni cosa deve trovare il suo posto senza rinviare a domani.
La raccomandazione di un periodo di riposo è arrivata dal medico di famiglia. La stanchezza è stata la causa dell’incidente sulla tangenziale. L’occasione di partire con Juliette e Antoine in riva all’Oceano si è presentata per le feste dei morti. Questo periodo lontano da casa le permetterà di vederci più chiaro.
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Tra le attività quotidiane con i bambini, Maria ama il collage. La loro creatività oltrepassa le sue aspettative. A volte si dice che dovrebbe imparare da loro. Sorprendere se stessi è un attributo rimarchevole nella vita quotidiana di una persona. Un po’ è quello che si rimproverava.
Se con Julien si è liberata di un peso, un peso altrettanto indigeribile incomincia a infastidirla. Oggi, lei vaga nel buio. Spesso si contraddice, sperimenta nuove strade, combina qualche pasticcio.
La decisione di frequentare un laboratorio di scrittura creativa nasce da un bisogno. Attraverso la buona pratica della scrittura, Maria aspira a conoscersi di più. Cosa sarà della sua vita futura, lei ancora non lo immagina.
L’ultima decisone importante riguarda il lavoro. Prima di partire in vacanza, Maria ha mollato anche quello.
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In copertina l’autore. Foto da facebook