La cultura: utile o inutile?
Di Adriana Sabato
Buonanotte a tutti da qui, da Ricomincio da RaiTre, così si è congedato dal pubblico Stefano Massini al termine del programma che, anche nella serata del 19 dicembre ha ottenuto ottimi ascolti.
Uno spettacolo che vorresti non finisse mai, in questi lunghi e interminabili giorni corti – perché è inverno, già, IN-VER-NO – ma soprattutto perché siamo chiusi in casa, ancora qua ad aspettare che passi ‘a nuttata.
Uno spettacolo che si ‘legge’ tutto d’un fiato, come un ottimo libro, si gode, come il più emozionante dei concerti o come il più bel quadro di tutti i tempi, anche se l’assenza del pubblico avverte che l’emergenza non è ancora finita. Il Teatro Sistina è vuoto ma lo immaginiamo colmo di spettatori.
Gli ascolti, infatti, sono entusiasmanti.
Ma allora la cultura, l’arte, la bellezza sono utili, o no?
Riapro il libro del Professore e filosofo calabrese Nuccio Ordine intitolato L’utilità dell’inutile e rileggo la sua dedica: Per Adriana, per difendere l’inutile.
L’inutile è la cultura, l’arte, lo spettacolo, la musica, il teatro, tutte le attività, beni e servizi ‘non essenziali’, come è stato ribadito più e più volte. Ed è per questo che, ormai da molti mesi, i luoghi della cultura restano chiusi.
E allora? Cosa sarebbe essenziale?
Non è vero, scrive Nuccio Ordine – neanche in tempo di crisi – che è utile solo ciò che produce profitto. (…) L’ossessione del possesso e il culto dell’utilità finiscono per inaridire lo spirito, mettendo in pericolo non solo le scuole e le università, l’arte e la creatività, ma anche alcuni valori fondamentali come la dignitas hominis, l’amore e la verità.
L’antica dicotomia tra arte e scienza riaffiora ancora oggi, potente e prepotente.
Così scrisse Primo Levi: se davvero esiste una «schisi» tra scienza e arte, si tratta di una «schisi innaturale»: perché questa separazione non la conoscevano né Dante, né Galileo e neppure «Empedocle, Leonardo, Cartesio, Goethe, Einstein, né gli anonimi costruttori delle cattedrali gotiche, né Michelangelo; né la conoscono i buoni artigiani d’oggi, né i fisici esitanti sull’orlo dell’inconoscibile».
Durante il lockdown, loha ben sottolineato Stefano Massini nel presentare il programma con Andrea Delogu, se non ci fossero stati i film che la gente ha guardato, la musica che la gente ascoltava, i libri che la gente leggeva, mezza Italia si sarebbe tagliata le vene: la cultura ha salvato il culo della gente.
Senza contare che i lavoratori dello spettacolo adesso sono a casa e sono tantissimi.
Per l’appunto Ricomincio da RaiTre si propone di offrire uno spazio al teatro in cui mostrarsi in tutto il suo splendore, creando una sorta di gigantesco cartellone nazionale mai rappresentato prima d’ora.
Prosa, Musical, Danza, Varietà, Commedia, Monologhi, ma anche ensemble e cast di eccellenze artistiche italiane che rappresentano centinaia di migliaia di lavoratori del comparto e che di solito non appaiono in televisione.
Aspettando che ‘a nuttata passi…
Rif. Bibliografici:
Nuccio Ordine, L’utilità dell’inutile. Manifesto, Bompiani, Milano, 2013
http://www.cittadellascienza.it/centrostudi/2016/08/scienza-e-arte-due-culture-allo-specchio/