Storia di una band cult dell’area milanese
Di Luca Morettini
Quella in cui mi sto per imbarcare non può essere definita una vera e propria recensione perché non si scrivono in questo modo le recensioni. Non ci s’immerge nel prodotto con devozione, ammirazione e sconfinata stima. Bisognerebbe osservare a distanza. Assomiglia più ad un atto d’amore pensato di getto che passa attraverso le mie dita in maniera ancor più rapida, vista la velocità con cui batto i tasti del mio computer. Un atto d’amore nei confronti di una vicenda musicale che vale la pena vivere e scoprire e che, per chi scrive, rappresenta la chiara visione di come dovrebbe essere una band e di come andrebbe vissuta e concepita la musica.
Una band sconosciuta ai più, un piccolo cult dell’area milanese nato e scomparso nel giro di pochi anni. Per dirla con le parole di uno di loro “una band importantissima per pochissime persone” denominata con l’assurda ma promettente sigla Il Culo Di Mario.
Menti, anime e corpo di tutto ciò lo si trova nelle figure di Francesco Roggero (voce) e Alessandro Mannucci (voce e chitarra), dieci anni di differenza tra i due colmati da una sinergia e una sintonia decisamente tangibile. Non è durata molto la loro storia causa vedute, velocità e direzioni di vita diverse, ma tanto è bastata per poter attingere dalla loro fantasia e dare alle stampe un EP, un disco su musicassetta, uno su videocassetta e una trilogia (niente male per dei musicisti non di professione potremmo dire), il tutto seguendo una libertà totale da schemi, seguendo sempre l’onda delle passioni e delle proprie preferenze unite da un forte senso d’amicizia e voglia di divertirsi. Credo che l’unico caso in cui abbia percepito una simile atmosfera sia stato quando ho avuto la fortuna di scoprire la musica degli Squallor.
A differenza però di Cerruti e compagni e la loro proposta eccellente sul fattore prettamente musicale, quella de Il Culo Di Mario è un trionfo di media/bassa qualità, registrazioni alla buona, suoni pesantemente artificiali, soluzioni improvvisate, un cantato che rasenta spesso il confine con la stonatura. E’ quell’anima punk che esortava ad essere e non ad apparire (e da cui l’intero movimento si è sviluppato a partire dagli anni’70) che la si ritrova in una formula tendente all’indie/alternative rock venato ora di elettronica, ora di psichedelia. Non esiste un sound unico, si spiazza in tutte le possibili sfumature e varianti del mondo che Francesco e Alessandro si portano dentro. Geniali dilettanti (anche se ciò non corrisponde alla verità) che hanno qualcosa da dire e lo fanno piegando i mezzi a disposizione al loro estro e alla loro volontà.
I testi sono ovviamente di pari livello e, anzi, nel loro essere un collage spesso slegato di citazioni di cultura popolare, immagini di vita notturna, parolacce, rime forzate e improbabili e frasi discordanti rivelano una poetica tutta propria e particolare.
Dal 2017 il gruppo si è sciolto, ma è di questi giorni la pubblicazione di un loro album registrato proprio in quel periodo, l’ultimo tassello di una trilogia di dischi che sarebbe rimasta incompiuta i cui titoli, messi insieme, formano la frase “Dovete tutti sucare.” All’interno di essi troviamo sketch, nonsense, esperimenti bizzarri, brani che rifuggono il principio di una classica forma canzone. Non ho mai trovato un gruppo che chiude l’ultimo disco della sua carriera inserendo un brano composto da un arpeggio di chitarra commosso e malinconico in cui le voci di Francesco e Alessandro (una sul canale sinistro e una sul destro) raccontano la propria versione dei fatti in merito alla storia della band e del loro scioglimento. E questo è solo uno dei tantissimi esempi che potrei fare.
Ma soprattutto la musica de Il Culo Di Mario è fatta di storie, invenzioni surreali di una band che ha avuto senso d’esistere proprio a causa della sua follia. Come quella che vide il duo lanciare un crowdfunding nel maggio del 2016 in cui raccogliere fondi per organizzare una cena concerto per fan e amici in una villa di Milano in cui avrebbero preparato personalmente la portata principale, risotto alle fragole e champagne. Bastavano 80 euro.
Ne raccolsero 1003.
Tra i vari reward (ricompense) messi in palio vi era la possibilità di avere una canzone su commissione. Undici persone la richiesero. Ed è in questo modo che nacque il secondo disco della trilogia, “TUTTI.”
Quando ho iniziato a scrivere questo pezzo sapevo che non avrei potuto essere obiettivo, non è una cosa che ho realizzato in corso d’opera. Non potrei mai esserlo. Il solo essere fan sarebbe insufficiente, ma la verità è un’altra: una di quelle undici persone che richiesero una canzone su commissione sono io.
La vita è fatta di fortune diverse per ognuno. Una delle mie è avere una canzone dedicata e che parla di me, del mio essere e rimane a fissare un periodo della mia vita che diventa nitido e vivido ogni volta che l’ascolto. Valore aggiunto, vero motivo di orgoglio, è stata realizzata da una band che si faceva chiamare Il Culo Di Mario.
P.s. il mio obiettivo quando scrivo è quello di riuscire a creare, si spera, un po’ di curiosità nei confronti di ciò di cui sto trattando. A tal proposito, mi permetto d’inserire l’elenco di quello che, a mio parere, rappresenta la summa della discografia della band. 22 canzoni, il mio personale best of definitivo. Tra quelle tracce c’è pure la mia. Non vi sto a dire quale sia ma trovarla è facile.
Buona lettura ma soprattutto, buon ascolto.
1) “Osvaldo”
2) “Alito Brazil”
3) “Il Tamburo Della Jungla”
4) “Stratega”
5) “Rogoredo Dreamin’”
6) “Apericena”
7) “Il Piromane Di Lundo”
8) “Stiamo Calmi Un Attimo”
9) “La Chitarra è Magica”
10) “Life As We Know It”
11) “Uragano Su Milano”
12) “Romano”
13) “L’Amour Toujours” (Gigi D’Agostino cover)
14) “Scommettiamo Che”
15) “Cholo”
16) “L’Anno Della Svolta”
17) “Orio(n)
18) “Devo Lavorare”
19) “Midnight Merda”
20) “Metamfopotamia – Versione Italiana”
21) “Milan Telephone Conversation”
22) “Rosiconi”
Tracce 1 e 2 tratte dall’album “Italian Cucadores” (2014)
Traccia 3 tratta dall’EP “Allegria” (2014)
Tracce 4, 5, 6, 7 e 8 tratte dall’album “Oppalai” (2015)
Traccia 9 tratta dall’EP “Il Culo Di Mario presenta Alessandro Top” (2015)
Tracce 10, 11 e 12 tratte dall’album “DOVETE” (2016)
Traccia 13 tratta dal singolo omonimo (2016)
Tracce 14, 15, 16 e 17 tratte dall’album “TUTTI” (2016)
Tracce 18, 19, 20, 21 e 22 tratte dall’album “SUCARE” (2021)