La rivincita dei vivi
Quando il giorno nasce appena
e ingoi come un brivido la notte,
un soffio di vento ti spalanca il petto,
un istante ti colora.
Ha lo stesso sapore della sconfitta
la rivincita dei vivi.
Letargo
Corridoi freddi più di prima.
Devi accendere la luce per vederne la fine.
Serrande abbassate.
Finestre serrate sui primi schizzi di luce del giorno
che tarda ad arrivare.
Porte socchiuse e sbattute senza rumore
su quello che era vero.
Mi specchio dentro pezzi di vetro che non riflettono.
Cerco una risposta oltre me.
Mi accontento dei riflessi.
Stanze vuote come strade vuote.
Mani vuote come occhi chiusi.
Ma oggi tutto è fermo.
Gli oggi che corrono a nascondersi dietro le maschere di domani.
Quei sorrisi dopotutto. Quei sorrisi appiccicati alla faccia,
perdono pian piano il colore primo
e riportano a noi.
A come siamo in mezzo al mondo.
Al mondo come era.
Cosa vedi oltre la porta?
Un uomo debole.
Una donna di lana.
Un paese in letargo.
Un mucchio di parole sbagliate che prendono fuoco.
Nascondigli
Un vortice di foglie ci abbraccia,
la danza dell’inverno arriva,
giallo a perdita d’occhio.
Un albero spoglio dopo un albero che non c’è più.
I nostri nascondigli preferiti,
lo spazio piccolo dei fulmini.
Ma s’allontana inesorabile l’eco
delle parole che non ci siamo detti.
Respiro
Stringerò in un abbraccio il tuo respiro
Aspettando che si faccia notte,
E mischierò le tue lacrime alle mie
Per vederti ridere di nuovo.
L’immagine di copertina è Donne sulla panchina di Ottone Rosai