Oltre il muro di Berlino. Vita e musica se la giocano sullo stesso piano
Di Luca Morettini
Più passano gli anni e più mi convinco che la musica e la vita se la giocano sullo stesso piano. Senza disturbare troppo Nietzsche e il suo aforisma “senza musica la vita sarebbe un errore”, che ad ogni modo aveva pienamente ragione.
Ne volete una prova? Prendete il libro Oltre Il Muro Di Berlino di Sasha Lange e Dennis Burmeister e pubblicato in Italia da Goodfellas. L’avrete in men che non si dica.
Dentro quelle pagine viene esaustivamente raccontato cosa fosse e significasse la musica negli anni ’80 in Germania Est, là dove l’ombra lunga della DDR e il suo sogno socialista mettevano lo zampino su ogni singola questione dell’esistenza e della società. E’ la narrazione interessante e suggestiva di un mondo diverso dal mondo, di tutto ciò che gravitava in fatto di gusti, mode, suoni e tendenze al di là di quel muro che divise Berlino, e non solo, dal 1961 al 1989.
Ma facciamo attenzione al sottotitolo che recita Con i Depeche Mode nella Germania Est alla ricerca della scena post punk e new wave. Perché è proprio prendendo la storia personale dell’allora quartetto di Basildon composto da Dave Gahan, Martin Gore, Andy Fletcher e Alan Wilder che si sviluppa il messaggio parallelo che il libro offre: la musica come alternativa alla realtà, il passaporto per dimenticare una quotidianità grigia come gli enormi palazzi austeri della DDR. I Depeche Mode sono rappresentati come l’esempio, la chiave per questa evasione. Si parla di capigliature imitate, fotografie riprodotte da poter appendere al muro (così come le pose stesse degli scatti per sentirsi più vicini ai propri idoli), la ricerca di un paio di scarpe che assomiglino soltanto vagamente al look tanto desiderato, se non addirittura arrivare a modificare gli abiti per raggiungere questa somiglianza. Certo, comportamenti tipici di qualunque adolescente o appassionato di musica potremmo dire. E’ passione, pura e semplice. Ma qui siamo nella Germania Est. Dove tutto era più difficile. Dove bastava un sospetto o un qualcosa fuori posto per poter passare dei guai irreparabili, e scusate l’eufemismo. Dove leggere il come avvenivano gli scambi della musica, delle foto, dei semplici poster provoca un effetto tra l’incredulo e lo stupore. E dove allora la musica e la vita, come già detto, se la giocano sullo stesso piano e se seguiamo queste due linee che scorrono parallele vediamo come più e più volte i punti s’intrecciano.
Rispetto all’edizione originale la Goodfellas taglia un paio di capitoli esclusivamente dedicati all’argomento fan club de Depeche Mode, ma in compenso offre un regalo bellissimo e da trattare come un qualcosa di raro e prezioso: un cd di quindici tracce di band della Germania Est. Musica inedita, mai sentita prima. Musica bella, bizzarra e particolare così come il post punk sa essere. Ma pure qualche cosa di più: una richiesta d’affermazione individuale, un ponte che getta il suo sguardo al di là di quel muro, la voce forte e concisa di una musica che non voleva essere soffocata da una realtà dai grossi paletti limitatori.
Oltre Il Muro Di Berlino è un libro bello, curato e accattivante. Il fatto che tratti quasi esclusivamente di due generi musicali quali la new wave e il post punk e, ancor di più, di una band nello specifico quale i Depeche Mode non ne fa un prodotto destinato ai loro fan. Prendetelo piuttosto come l’apertura di uno scrigno pieno di tesori, la decifrazione di un messaggio antico, la scoperta verso un mondo di cui non conoscevamo minimamente l’esistenza.
Musica
Goodfellas
2019
196 p., Ill