Nata a Milano nel 1966, dopo studi di filologia classica all'Università degli Studi di Pavia comincia a lavorare in libreria. Fa la libraia per 26 anni. Ha collaborato con case editrici quali Astoria, come lettrice dall'inglese e dal francese e per Giunti per cui ha scritto una guida on line sulle città europee. Ha collaborato con articoli e recensioni al blog SulRomanzo e al blog di approfondimento culturale Zona di Disagio. Suoi articoli sono apparsi sul sito della società di formazione Palestra della Scrittura. Ha curato blog di carattere economico e, per anni, ha lavorato come web content writer. E' autrice di due libri: Guida sentimentale alla Tuscia viterbese, una serie di brevi reportage di narrazione dei territori e Mors tua vita mea, un libro di racconti pubblicato da I Quaderni del Bardo Edizioni. Un suo racconto è pubblicato all'interno del libro Milanesi per sempre, Edizioni della Sera. Dirige la rivista L'Ottavo

Angela Giannitrapani. Una voce dimenticata

Di Geraldine Meyer

Come ci si possa dimenticare, quando non addirittura ignorare, una voce come quella di Angela Giannitrapani è uno di quei non senso di oblio a cui vengono condannate alcune tra le migliori scritture del nostro paese. Forse la nascita nel viterbese potrebbe essere stata parziale spiegazione. Se a togliere anche questa scusa non intervenisse la storia stessa della scrittrice, nata nel 1925 e morta del 2009. Una laurea alla Sapienza e una cattedra in letteratura anglo americana, esperienze di insegnamento in università estere come quella di Birmingham e Los Angeles, italiane come Messina e la natia Viterbo. Collaborazioni a prestigiose riviste, alla Rai, creazioni di riviste e collane di traduzioni come “La mela stregata” insieme a Bertolucci, attività di critica e volumi su Faulkner, Dylan Thomas, Beckett oltre a numerosi saggi su Cassola, Chateaubriand, Steiner solo per citarne alcuni. Oltre a raccolte di poesie e a opere di narrativa come La giovane laica

A dedicarle spazio e attenzione, nel 2001, un bel volumetto della viterbese Sette Città che, in una collana diretta da Massimo Onofri e per la curatela di Antonello Ricci, fece uscire l’antologia L’ultima frontiera. Un libro ormai pressoché introvabile ma che, da solo, basterebbe come introduzione, scoperta e riscoperta di questa scrittrice viterbese. Si tratta di brani tratti da riviste, libri collettanei, articoli di giornale ed estratti dal sopra citato La giovane laica

Una antologia arbitraria, come tutte le antologie, che avendo come punto centrale la sua Viterbo, non segue criteri cronologici o di coerenza stilistica ma semmai, appunto, tematica. Una serie di brani che appaiono, anche a un lettore che per la prima volta le si accosti, quasi come una unica e lunga e meditata voce di un romanzo di formazione. E letteraria e di vita. In una continua, elegante e levigata osmosi tra l’una e l’altra, come si evince da queste righe di Nullo Minissi in una nota critica al testo: “In fine un libro su Viterbo questa scelta di memorie, atmosfere, meditazioni intorno a uno spazio fisico e sognato scritte la maggior parte a Varsavia, Birmingham, Los Angeles che nella lontananza fanno più acuti gli odori d’un’erba, più immediati gli scorci di una strada, più presenti la Palanza e il Cimino […] Angela Giannitrapani è una scrittrice viterbese sui generis, che è viterbese anche perché estraniata in tanti spazi abitati da lei con la persona, con la lettura, con la riflessione.”

Ed è proprio questa “lontananza” a rendere la cifra della descrizione della terra di Tuscia, in una sorta di interiorizzazione nei personaggi che diviene però una continua mappatura del territorio. Una luce accesa, una strada, un vicolo, un palazzo si riflettono nelle parole e nei gesti dei personaggi entrando in un gioco di specchi e di geografie dell’anima, della memoria e della nostalgia.

Un gioco spaesante, come scrive il curatore Antonello Ricci, cantore di questa terra, quando ricorda: “Doppio spaesamento di fronte a questa antologia viterbese di Angela Giannitrapani. Per cui il lettore-passeggere, poco o nulla esperto di cose del nostro campanile, vi troverà senz’altro rievocata una città tanto verosimile, così minuziosamente descritta e ricostruita […] da invitarlo almeno per una passeggiata, un gelato. D’altro canto, questa stessa Viterbo si farà incontro al lettore viterbese quale visione inattesa d’una sfuggente, assai poco riconoscibile città-fantasma.”

Un ondeggiar continuo tra riferimenti vivi e precisi e altri solo vagheggiati, tratteggiati-suggeriti. Quasi ad accompagnare le diverse fasi della vita e delle esperienze lavorative della scrittrice, uno spartito complesso che risente dell’eco del luogo e dei luoghi, anche lontani, in cui Viterbo appare e riappare come sogno, emblema, “mondi concentrati-revocati” come scrive sempre il Ricci.

Vi sono, in questo L’ultima frontiera, pagine di vera elegante prosa, musicale e modulata al punto da sconfinar quasi nella poesia senza però cadute in un idilliaco e arcadico evocare e richiamare alla memoria. Una capacità descrittiva per molti aspetti unica. Come ebbe a dire Massimo Onofri nel suo Gatti e Tignosi, in cui della Giannitrapani ebbe a scrivere: “Una sola scrittrice viterbese, Angela Giannitrapani, ha saputo raccontare la campagna viterbese che si arrampica, subito oltre la città, alle pendici dei Cimini. Una campagna, come si legge nel racconto Bambina e cane (1962) inserito nel volume La giovane laica a contatto con le ultime abitazioni cittadine come consegnata a un paesaggio domestico e quieto che ormai retrocede sotto il primo monte.”

Sarebbe bello davvero, oltre che doveroso, ci fosse una riscoperta di questa scrittrice e noi de L’Ottavo (che siamo certo un sito on line ma pur sempre nato a Viterbo) ce lo auguriamo veramente.

L'ultima frontiera. Antologia viterbese Book Cover L'ultima frontiera. Antologia viterbese
Angela Giannitrapani. A cura di Antonello Ricci
Letteratura
Sette Città
2001
189 p., brossura