Le vite di tutti al Civico numero 27
Di Geraldine Meyer
Immagino questo piccolo libro arrivare alle pagine culturali di qualche quotidiano e finire, per dimenticanza o voluto disinteresse, tra gli immateriali archivi segnalati con la scritta “non interessanti”. Oppure non è accaduto nulla di tutto questo e l’editore, dopo averlo stampato, ha semplicemente lasciato che si facesse strada da solo. Però non posso fare a meno di pensare che se questo Civico numero 27 fosse stato pubblicato da un editore di maggior forza propulsiva, uno di quegli editori a cui non si può dire di no, o recasse in copertina il nome di un autore altrettanto “di peso” forse qualcuno avrebbe osato parlare di “libro imperdibile”, “piccola perla”, “libro da leggere” e altre formule elogiative.
Invece stiamo parlando di uno dei tanti libri belli e meritevoli di attenzione che arrivano in libreria quasi per caso, a volte per sbaglio e che allietano qualche ora di quei fortunati lettori che, chissà perché, li hanno notati su uno scaffale, ne hanno letta la quarta di copertina e a dispetto di tutto se li sono portati a casa e li hanno letti. Nell’indifferenza pressochè generale o nella ristretta cerchia di lettori nascosti.
Civico numero 27, pubblicato dalla siciliana Glifo Edizioni e scritto dall’attore, mimo, regista e autore Sandro Dieli è una più che piacevole e interessante scoperta. Pagine che potrebbero essere la sceneggiatura di un film mescolanza di Ozpetec, Almodovar e ombre amare di un certo Monicelli. In cui protagonista principale, seppure solo come scatola contenitrice di umane storie, un condominio di una certa Via Crescenzio, strada tranquilla, decorosa, di quel decoro che, talvolta, assomiglia pericolosamente a un sepolcro imbiancato.
Il condominio sarà testimone silenzioso e immobile, delle storie dei suoi abitanti. Uomini, donne, famiglie che ci appaiono avvolti da una tranquillizzante patina di normale e soporosa felicità. Salvo poi scoprire che, come accade nella vita, quella patina e tanto sottile quanto fragile, tanto apparentemente immutabile quanto precaria. Perché la vita è costantemente in agguato con le sue svolte, con i suoi terremoti, le ossessioni, piccole miserie, incomprensioni, frustrazioni covate da tempo e tenute a bada per paura, pigrizia o autentica convinzione che sia giusto così. Ma la vita è proprio come un condominio. Anche il più perfetto, il meglio costruito, ha inevitabilmente qualche crepa, tubo che perde, incomprensioni e idiosincrasie tra condòmini.
E così la casa al civico 27 diventa un microcosmo dal carattere universale. E ci venga perdonato l’apparente ossimoro. Centro, cuore e detonatore delle storie dei suoi abitanti che, vivono nello stesso luogo da cui però emana una forza centrifuga e centripeta allo stesso tempo. Le cose della loro vita nascono lì dentro, esplodono al suo esterno e lì ritornano diverse da come erano quando sono uscite da quelle mura.
Nelle pagine di Civico numero 27 c’è la vita con le sue infinite sfumature, il tempo che passa, i matrimoni che paiono morire per lente emorragie, le forse insanabili distanze tra genitori e figli, l’odiare senza motivo perché un nemico in comune è spesso l’unico collante di una vita che, altrimenti, si sarebbe sbriciolata già prima.
Sandro Dieli per mestiere sa cosa significhi teatralizzare le situazioni. E ci riesce davvero bene in queste pagine sempre al confine tra realistico, verosimile, onirico e surreale. Ci riesce bene inventandosi anche due scene (quella dei fantasmi che in una notte in cui tutto cambia si troveranno sulle scale del condominio e quella dell’inaugurazione di un appartamento ristrutturato) davvero di sublime spettacolarità. Un condensato di cose e tempo, in cui tutto ci appare velocissimo e lentissimo nello stesso tempo, scritto quasi come fosse un film a episodi eppure legati l’uno all’altro.. Che dire? Cercatelo e leggetelo.
Narrativa
Glifo Edizioni
2016
172 p., brossura