Modest Mussorgsky, Quadri per un amico
Di Adriana Sabato
Somiglia a inciampo favoloso. È una figura formata da coppie di note suonate in modo vivo, seguite da una serie di accordi discendenti. Evoca un senso di minaccia. Al timore s’affianca lo stupore quando arrivano salti d’ottava che somigliano a singhiozzi. La musica sembra incespicare, al fantastico si sovrappone il grottesco.
Quadri di un’esposizione, si parla di una delle opere più conosciute di Modest Mussorgsky, il compositore russo vissuto nel tardo ottocento, venne composta originariamente per pianoforte. Scritta nel 1874 questa partitura acquistò la grande notorietà di cui gode soprattutto grazie alla scintillante trascrizione per orchestra che ne fece Maurice Ravel nel 1922.
Fu allestita a Mosca una mostra dedicata ai lavori del pittore e architetto russo Victor Alexandrovich Hartmann, morto improvvisamente nel 1873 a soli 39 anni.
Hartmann e Mussorgsky erano legati da un profondo sentimento di amicizia, poiché entrambi appartenevano a quel gruppo di intellettuali russi che aspiravano ad un’arte legata alle radici culturali della loro terra, al suo folklore e alle sue tradizioni, rifiutando le influenze straniere.
Durante la visita alla mostra, Mussorgsky rimase affascinato dalla potenza espressiva dei quadri dell’amico, e decise di esprimere in musica le proprie sensazioni, componendo una suite per pianoforte che intitolò, per l’appunto, “Quadri di un’esposizione” e che fu pubblicata postuma.
L’opera presenta caratteri fortemente sperimentali. In particolare, la tecnica pianistica utilizzata – di tipo percussivo – rompe con la tradizione romantica, e preannuncia già le sonorità del Novecento.
Altrettanto moderno è il linguaggio armonico, con un uso massiccio di accordi dissonanti.
Mussorgsky si rese subito conto del potere seduttivo che la sua opera avrebbe avuto sui musicisti suoi contemporanei. Infatti Nikolaj Rimskij-Korsakov, trascrisse subito per orchestra i “Quadri”, nonostante l’anatema lanciatogli dall’Autore: Che ti si secchi l’inchiostro nella penna!
E questo malaugurio, incredibilmente, ebbe il suo effetto, visto che in commercio non esiste alcuna registrazione di quella trascrizione.
Ben altra fortuna, al contrario, ha avuto la versione per orchestra di Maurice Ravel, frutto di un accuratissimo lavoro di orchestrazione, eseguita in prima assoluta nel 1929. Fu, anzi, proprio questa meravigliosa trascrizione a rendere popolare l’opera.La suite è composta da sedici brani, da ascoltare QUI
Dieci ispirati ai quadri e sei “promenades”(passeggiate) che rappresentano il movimento dell’osservatore da una tela all’altra.
Le promenades (non tutte intitolate così nell’originale, ma chiaramente riconoscibili) presentano sempre lo stesso tema, con variazioni più o meno sensibili, quasi a far risaltare i diversi stati d’animo che pervadono il compositore per il quadro appena visto. La ripetizione del tema funge inoltre di elemento di coesione in una composizione altrimenti episodica, basata sui forti contrasti tra un soggetto e l’altro.
Nel 1928 Vasilij Kandinskij mise in scena, al Friedrich Theater di Dessau, una versione teatrale dei Quadri da un’esposizione, unica realizzazione scenica portata a termine dall’artista russo, che costituisce a tutti gli effetti la prima importante opera d’arte multimediale della storia.
Qui l’elenco analitico dei quadri e delle promenades da cui è formata la composizione
1. Promenade
2. I – Gnomus: (l’opera originale di Hartmann era uno gnomo dalle fattezze irregolari intagliato nel legno).
3. Promenade
4. II – Il vecchio castello: l’immagine raffigura un trovatore nell’atto di cantare davanti alle mura di un castello medievale.
5. Promenade
6. III – Tuileries: bambini che giocano nei giardini delle Tuileries.
7. IV – Bydlo: un pesante carro trainato da buoi in uso in Polonia, in un tetro clima invernale.
8. Promenade
9. V – Il balletto dei pulcini nei loro gusci: si tratta di schizzi per un balletto, i ballerini indossano un travestimento da pulcino che esce dall’uovo.
10. VI – Samuel Goldenberg e Schmuyle: corrisponde a diversi disegni e schizzi, Mussorgsky immagina una situazione in cui un ebreo ricco ed arrogante ascolta la supplica di un ebreo povero.
11 Promenade
12. VII – Limoges contadine che ciacolano nella piazza del mercato di Limoges.
13. VIII – Catacombae: una visita all’interno delle catacombe di Parigi.
14. Cum mortuis in lingua mortua (Promenade)
15. IX – La capanna con zampe di gallina: rappresenta Baba Yaga, una strega che vive in una capanna a forma di orologio a cucù sorretto da zampe di gallina.
16. X – La grande porta di Kiev: vengono rappresentati i lineamenti maestosi della grande porta della città e i suoni delle campane. Il tema è assai vicino a quello delle Promenades, e vi è presente il carattere nazionale della musica russa, che acquista una grande solennità, tale da concludere il ciclo con una vera e propria apoteosi pianistica.
Lo spartito non fu pubblicato e nemmeno eseguito finché Mussorgsky era in vita e di certo il compositore non poteva immaginare che l’opera sarebbe diventata oggetto di un gran numero d’orchestrazioni d’alto livello.
La prima pubblicazione avvenne nel 1886, con la supervisione di Nikolaj Rimskij-Korsakov che faceva parte, con l’amico, del Gruppo dei Cinque, compositori votati alla riscoperta e al riscatto di un linguaggio musicale russo.
Ma a quel punto Mussorgsky era morto da cinque anni, alcolizzato e in stato di miseria, pronto alla mitizzazione ex post.
Riferimenti bibliografici:
Baroni/Fubini/Petazzi/Santi/Vinay – STORIA DELLA MUSICA – Edizioni Einaudi