Stefano Tarquini, di cui L’Ottavo ha già pubblicato alcune poesie, approda ora in Transeuropa con la raccolta Giorni furiosi. Un titolo che sembra ben “sintetizzare” la voce poetica di questa raccolta. Stefano, da tempo immerso nella poesia, ha un’altra grande passione a cui ha dedicato tempo e cura e cioè la musica. E forse può sembrare banale dirlo, ma questa sua attitudine emerge anche nella sua poesia. Non è solo questione di ritmo ma, soprattutto, di capacità di infiltrarsi nelle pieghe più sottili del quotidiano e fare anche degli oggetti una nota (musicale e poetica) che trasforma tutto in uno spartito più ampio. Basta leggere la poesia Semafori per comprendere cosa intendiamo. Furiosi i giorni e furiosa la poesia di Tarquini, furiosa perché inquieta, perché non dice armonia e mare calmo. E ci è sembrato, per questo, che la sua sia una poesia immanente alla vita, immersa in essa, fatta della sua stessa materia. Poesia come arte del fare, con quello che c’è. E non è davvero poco.
NdR
Giorni furiosi
Di Stefano Tarquini
Apnea
A succhiare la vita dalle ossa insegnami,
con gli occhi di un uomo di spighe guardami.
Abbracciami/ seguimi.
Sfiorami appena/cieca derisione di apnea.
Nascosto il futuro disarma,
sentieri di voce spalanca.
Divorami oh Sfinge sbilenca!
Distante deflagra un detrito,
destina il midollo di sotto,
risacca disparo il tempo,
la Bora asseconda il Timavo.
Nasconde un segreto il tuo cuore.
Parole
Quando ti accarezzano
e ti scompigliano i capelli insieme al vento.
Quando ti colpiscono alle spalle
e perdi l’equilibrio.
Quando ti passano attraverso e le aspetti
come uno schiaffo in faccia che vedi partire
ma non arriva mai.
Quando ti riempiono e ti lasci avvolgere
perdendo il filo del discorso,
sono le uniche che oggi ricordi.
Le pronunci di nascosto
senza sapere cosa significano.
Semafori
Così affini alle chiusure degli spazi,
così pigri da non controbattere
ne puntare i piedi.
Così muti da non discutere,
ciechi da non vedere
il rosso degli stop,
dei dare precedenza,
dei divieti.
Così distratti dalla reclame,
dalle slot machine,
dalla pornografia,
i telegiornali,
i dischi orari,
dove parcheggiare,
dove andare a pranzo.
Così goffi e drogati/
foche monache
in spiagge a pagamento,
addormentati come il bue marino
su distese di tulipani senza spine.
lo volete realmente sapere
quello ci aspetta dopo il verde?
Il peso dell’acqua
Porterò con me il peso dell’acqua che divide il cielo,
il morso del tuono che incide la carne,
lo spazio indiscreto/ tic tac delle lancette.
È il tempo che scorre inesorabile,
cancella il ricordo di una non nascita.
Nuova poetica
Poesia
Transeuropa
2021
64 p.,