Aforismi, microracconti, pensieri. La scrittura surreale tagliente di Andrea Bertora
Di Andrea Bertora
Per noi terrapiattisti la principale causa di morte è caduta accidentale da burrone
In Russia lavoravo in una fabbrichetta di matrioske che si trovava dentro una fabbrica di matrioske
Quando ho scoperto il sesso orale sono rimasto interdetto, eros con volto
Secondo un certo cospirazionismo femminista la donna non sarebbe mai stata sulla Luna.
Naturalmente si tratta di farneticazioni, tutti quanti ricordiamo l’emozione di Valeria Marini mentre, appoggiando un piede sul nostro amato satellite, esclama: “È un piccolo tasso, cazzo, è un tasso, ahhhhhhhhrghhh”. Poi il dramma della corsa pazza, la caduta rovinosa, lo squarcio della tuta pressurizzata, il rapido decesso, il cadavere di JFK che compare in un paio di fotogrammi dietro un masso lunare, la voce di Stanley Kubrick che grida stoooooop, i tre alieni goffamente travestiti da Oscar Farinetti che ridono sguaiati dietro i loro fake baffoni, Henry Kissinger che piange in braccio a Marione Draghi su una poltrona lunare, Massimo Giletti imbarazzatissimo che riprende la linea dallo studio e poi via con le reclame degli assorbenti per astronaute che quasi quasi me ne faccio una scorta, dai
Da piccolo ero il cocco del maestro: d’estate mi portava in spiaggia e mi vendeva ai bagnanti
Sono sconvolto. Hulk mi ha mostrato il suo green ass
Per fortuna sugli autobus hanno messo un cartello che avverte di fare attenzione ai borseggiatori. Mi sembra un bel gesto di civiltà, che facilita il mio lavoro mentre i passeggeri sono impegnati a leggerlo
Eravamo poveri. Quando la prof di inglese mi chiese di tradurre “After lunch”, risposi “La prossima settimana”
C’è un piccolo condominio a Torino, un anonimo palazzotto di cinque piani in una piccola via nei pressi della stazione Porta Nuova. L’ascensore dello stabile ha una particolarità: i tasti arrivano fino al numero sei. Lì per lì non te ne accorgi della stranezza e forse, se non fossi stato informato in sogno da Aleister Crowley, non ci avrei fatto caso nemmeno io. Ebbene, premendo per tre volte consecutive il tasto n. 6 l’ascensore ti porta all’inferno. Che poi non è certamente quello che ti aspetti: trattasi di un ufficetto con una scrivania, una sedia e un tale che legge il Tuttosport. Tale personaggio, identico a Claudio Lippi, è il Diavolo. È possibile farci due chiacchiere, lui risponde gentilmente a qualunque domanda. Purtroppo però la risposta è sempre la stessa: “Vivo bene, sono solo come un cane, soffro, ma c’è di peggio, tipo il tizio che fa le foto a Mattia Salvini o come cazzo si chiama”. Qualunque sia la domanda, inevitabilmente la risposta è questa. La ascolti, schiacci T e torni nel bel traffico della città magica.
Le frasi da terminare con i suggerimenti della tastiera mi hanno frantumato la minch [continua con i suggerimenti della tastiera]