Santi Numi, racconti dalla Pianura Padana
Di Geraldine Meyer
Dichiaro subito la mia imparzialità. Quando c’è di mezzo il Po, la Bassa, terra di argini, pioppi, nebbia io provo istintiva simpatia, subitaneo interesse, immediato trasporto. Ma questo Santi Numi, di Jacopo Masini, e appena pubblicato da Exorma, non ha certo bisogno della mia imparzialità per essere definito un bel libro. La Bassa è anche terra di storie, e qui di storie ce ne sono tante. E sarà per lo stile che più che scritto sembra parlato (ma sappiamo quanto lavoro ci sia dietro a un testo che si presenta così) Santi Numi vien voglia di leggerlo a occhi chiusi (si può fare, l’ossimoro è una delle scappatoie della vita) immaginandosi di essere seduti in qualche trattoria lungo l’argine del grande fiume, un bicchiere di vino rosso e qualcuno che racconta. Perché Santi Numi è soprattutto questo, un atto d’amore per le storie. Che inventano o riscattano, poco importa, ma fanno nascere persone, follie, sogni, dando realtà e vita anche a ciò che, chissà, forse non è mai esistito.
Storie di santi, ma santi particolari che, appunto, santi non erano e forse nemmeno veri uomini e donne. Ma cosa è vero? E poi la letteratura può permettersi l’arbitrio di raccontare il verosimile e farlo diventare quasi vero, ancora più vero.
Tanti racconti, alcuni brevi, altri brevissimi, altri lunghi, che ci cantano di uomini e donne di quella parte di terra che si stende piatta e placida, al di qua e al di la del Po, quella provincia fatta di un corollario di piccoli paesi in cui la vita è uno spartito di storie, leggende, invenzioni. Fatte di vite piccole, semplici eppure straordinarie. Anche quando sono invenzioni. Non cambia nulla. Perché gli uomini e le donne descritti in questo libro possono esistere davvero, esistono davvero e sono la trama di quel libro nascosto fatto, appunto, di vite nascoste. Che cominciano a esistere quando qualcuno le racconta.
Santi, taumaturghi, guaritori, uomini che lasciano tutto per diventare monaci, chi fa miracoli, chi combatte la mafia con il più antico degli incantesimi (la bellezza) chi spettegola e finisce mangiato dai maiali, chi sente le voci, chi guarisce solo dicendo no.
Perché, infondo, i miracoli esistono nelle teste di chi li vede, nei cuori di chi ha bisogno di crederci. E la santità, forse, riguarda ciascuno di noi. E dipende dalle parole, dalle storie, dalle credenze di chi ha bisogno di pensare di averne beneficiato ma anche di chi, a sua insaputa, santo si ritrova ad esserlo o a venire considerato. Perché questo è il bello.
Santi Numi è un libro in cui si ride, e tanto, ma in cui si pensa, forse ancor di più. Perché il meccanismo del riso è proprio quello che consente di creare un vuoto, quel vuoto dentro il quale ci si lascia andare, si sospende il giudizio. Ma poi, quel vuoto, è proprio quello dentro il quale cominciano a muoversi i pensieri, magari anche seri. Succede anche qui, con queste storie, che sorridono andando però anche a colpire ciò che siamo: ingenui, creduloni, spesso incapaci di lucidità e raziocinio, folli, stanchi, disorientati, vivi. Umani. E anche per questo santi. Perché ci vuole santità per vivere. E ci vuole santità per raccontare.
Scrive Masini a inizio libro: “D’altra parte, qualcuno possiede un sistema infallibile per separare il vero dal falso? Non è forse, sempre, alla fine, una questione di fede? Credere o non credere a un racconto dipende dalla fede che prestiamo alla voce e all’autorevolezza di colui o di coloro che ce lo raccontano. Dal momento che non avrete modo di sapere con certezza se colui o coloro che hanno raccontato le storie, i fatti e i miracoli raccolti di seguito fossero o meno attendibili, non vi rimane che fare una cosa: fidarvi.”
Perché, a ben pensarci, è sempre questione di fede, e non necessariamente quella in Dio. Fede nelle storie, nei racconti, nei prodigi, nei miracoli. Fidarsi, non resta altro. È così che si potrebbe anche finire col credere di essere santi. È così che il gioco continua e continua la possibilità di raccontare storie.
Racconti
Exorma Edizioni
2021