Apertura del XXXIII Salone del libro di Torino fra letteratura e musica.
Di Adriana Sabato
Radio Tre e l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai di Torino in collaborazione con il Salone Internazionale del Libro ha realizzato, lo scorso 13 ottobre, una produzione nata “in casa” con l’intendimento di raggiungere tutti i luoghi dove viene ascoltata radio 3 e cercando di creare, così, anche un senso di comunità che produce cultura, sapere e grande musica.
La diretta dall’Auditorium Arturo Toscanini del capoluogo piemontese, del Concerto straordinario dell’Orchestra dal titolo Musica per un Mondo Nuovo, ha ottenuto notevoli apprezzamenti ed è stata molto seguita. Sotto la direzione di Gergely Madaras, l’Orchestra della Rai ha interpretato musiche di Antonìn Dvořák (1841-1904):
dalle Danze slave op. 46 (1878):
– n. 1 in do maggiore (Furiant). Presto
– n. 2 in mi minore (Dumka). Allegretto scherzando
– n. 8 in sol minore (Furiant). Presto
Sinfonia n. 9 in mi minore op. 95 “Dal Nuovo Mondo”
– Adagio – Allegro molto
– Largo
– Scherzo. Molto vivace
– Allegro con fuoco
Una scelta emblematica che sottolinea il coraggio innovatore del compositore che alla fine dell’Ottocento lasciava le certezze della vecchia Europa per raccogliere la più importante delle sfide, quella di immaginarsi parte di un mondo nuovo.
Un incontro fra musica e letteratura molto significativo – ad un anno e mezzo dall’inizio della pandemia e di distanziamento fisico – che coincide anche con i settecento anni dalla morte di Dante Alighieri, per il quale gli organizzatori hanno scelto come titolo: Vita Supernova. Tematica, questa,rappresentata in un manifesto realizzato da Elisa Seitzinger, illustratrice, artista visiva e docente di morfologia e dinamica della forma all’Istituto Europeo di Design di Torino. Chiara l’allusione e il tributo al sommo Poeta, ma una supernova è anche un’incredibile esplosione stellare. E, come ha precisato Elisa Seitzinger: in astronomia la supernova è una stella che esplode propagando intorno a sé polveri interstellari alla velocità di migliaia di chilometri al secondo. Le supernove sono molto luminose ed emettono più radiazioni di un’intera galassia.
Come l’amore imprime energia alle creature che lo provano, anche l’immagine creata dall’artista è stata creata con l’intento di trasmettere questa sensazione di vitalità.
Una supernova, cavalcata da Artemide, dea della luce lunare e personificazione dello spirito femminile indipendente e guerriero, che ci guida e propaga contenuti culturali attraverso una delle sue più antiche forme di diffusione: il libro. Il dito indice, vessillo della dea (…) è un monito a superare quello che è stato, guardare avanti e tornare a scommettere sul futuro”.
Il Direttore del Salone del Libro, Nicola Lagioia – che ha collaborato al progetto – ha partecipato alla serata, insieme al grande scrittore spagnolo Javier Cercas il quale ha evidenziato con quanta forza si sia manifestato il dilemma del dualismo sicurezza – libertà, nel corso della pandemia, dilemma tipico delle democrazie e dunque esistente in modo più nascosto anche nel periodo precovid, per il quale la letteratura può come sempre costituire una forma di conoscenza della quale non possiamo davvero fare a meno.
A introdurre la Sinfonia Dal Nuovo Mondo, un’autentica perla dagli archivi Rai: la voce di Primo Levi che parla del suo personalissimo rapporto con la Sinfonia dal nuovo mondo che mi accompagna per la vita. Dvořák pensava all’America – diceva Primo Levi – ma per noi il nuovo mondo deve ancora venire. Parole pronunciate in una trasmissione radiofonica dei primi anni Ottanta che ascoltate oggi assumono un valore quasi profetico.
La Sinfonia n. 9 in mi minore di Antonín Dvořák (op. 95), nota anche col titolo di Sinfonia Dal Nuovo Mondo, fu pubblicata dall’autore come Sinfonia n. 5.
Dvorak era stato invitato nel giugno 1891 a trasferirsi a New York, per assumere la direzione artistica del locale Conservatorio.
Il 16 dicembre 1893 Anton Seidl dirigeva alla Carnegie Hall di New York la prima esecuzione della Sinfonia alla presenza dell’autore. Si trattò probabilmente dell’evento clou del soggiorno triennale del compositore negli Stati Uniti, fra l’ottobre del 1892 e l’aprile del 1895.
La forma della sinfonia è ciclica, ricorrendo il primo tema iniziale dall’Allegro molto più volte nel corso dell’intera sinfonia. Fin dal suo arrivo nel Nuovo Mondo, Dvoràk si interessò molto ai canti negro-americani e alle tradizioni popolari dei pellerossa: ascoltò con attenzione musiche e cerimonie, trascrisse melodie, fu attratto dalle potenzialità delle scale pentatoniche. C’è da dire però che le assunzioni nella sinfonia di motivi presi dal canto popolare americano non sono mai dirette, ma fortemente mediate e filtrate attraverso la sensibilità europea.
Infine ascoltiamo QUI la Sinfonia, sotto la direzione del grande Sergiu Celibidache con la Münchner Philharmoniker.