Fabio Orrico vive e lavora a Rimini dove è nato nel 1974. Ha pubblicato le plaquettes L'angolo (2000) e 20 poesie sullo spaesamento (2002), le raccolte di poesie Strategia di contenimento (Giulio Perrone Editore, 2005) e Della violenza (Fara editore, 2017). Insieme a Germano Tarricone ha scritto il thriller Giostra di sangue (Echos edizioni, 2015) e il noir Estate nera (Golem editore, 2017). Per Eroscultura è uscito nel 2016 il romanzo Il bunker in formato ebook. Scrive di cinema sul blog zonadidisagio.wordpress.com e di letteratura su scrittinediti.wordpress.com.

FLANNERY O’ CONNOR: LA SAGGEZZA NEL SANGUE

Di Fabio Orrico

La saggezza nel sangue segna l’esordio di Flannery O’Connor. Anno di grazia 1952. Con la storia tragicomica di Hazel Motes, martire americano e fondatore della “Chiesa senza Cristo”, si apre la parabola breve ma decisiva di una scrittrice che, con due romanzi e un pugno di racconti, detta le regole del southern gothic, sottogenere letterario che proprio oggi, grazie anche al cinema e alla serialità televisiva (un titolo per tutti: la prima stagione di True detective) ha conquistato un posto di primo piano nell’immaginario occidentale.

Paesaggi scavati dal sole, una provincia spettrale e insieme operosa, idioti ossessivamente monologanti, donne lussuriose con l’aspetto di grosse bambole, il mostruoso che emerge nella vita di tutti i giorni usando come fessura un minuscolo dettaglio della fisionomia umana, ecco un veloce inventario di alcune ricorrenze tematiche di O’Connor, scrittrice cattolica e in quanto tale, a detta sua, macchina erogatrice di storie esemplari. Tutta la narrativa di O’Connor interroga il rapporto dell’uomo con il divino, lo concretizza nelle figure di predicatori e fedeli, uomini e donne per cui l’esigenza spirituale è l’anticamera della perdita definitiva, quella di sé stessi. Questo anche l’arco narrativo di Hazel Motes la cui storia prende le mosse da un topos antichissimo, quello del ritorno a casa. Reduce dalla prigione, Hazel sale su un treno e inizia immediatamente la sua opera di predicatore, continuando l’azione redentrice di suo padre e suo nonno (di quest’ultimo ci viene detto che aveva “Gesù nascosto nella testa come un pungiglione”). La chiesa da lui fondata però, come dice il nome stesso, non prevede nessun Cristo. Punto focale dei sermoni che Hazel improvvisa fuori dai cinema, per intercettare più gente possibile, è proprio l’assenza del redentore, la necessità, in qualche maniera, di redimersi con le proprie forze. E tutto ciò che fa Hazel con le proprie forze è descritto nel segno della contraddizione: cerca adepti, ma quando ne trova uno lo brutalizza e in seguito ne uccide un sodale. Conosce Asa Hawks, anche lui predicatore ma anche un truffatore che si finge cieco, e sua nipote Sabbath. Decide di sedurre la ragazza, un’anti lolita, bruttissima e disinibita che gli si offre da subito, infoiata e spavalda. Pagine stupende quelle in cui Hazel pianifica come sedurre Sabbath mentre lei gli si avvinghia praticamente contro con demente desiderio e lui la respinge infastidito. Hazel è così, rifiuta con sdegno ciò che, nello stesso identico momento, dichiara di desiderare. Tutta la narrazione segue la sua attitudine paradossale, fin nell’aggettivazione (“Il cappello nero gli stava sulla testa, stabile e cauto”).

Rappresentante di un mondo degradato e antico, Hazel è un corpo in perenne movimento. Non c’è psicologia che non venga espressa se non attraverso le sue azioni (e questo vale per tutti i personaggi). La teoria di derelitti in cui il protagonista inciampa non potrebbe essere più memorabile, tra questi merita di essere citato Enoch Emery, ossessionato dal sangue e dal suo fluire, vero e proprio alter ego di Hazel, un giovane in cerca di padri cui O’Connor, tramite un costume da gorilla, concede di regredire a uno stato di primate. Senza svelare troppo, l’episodio di Gonga, il gorilla- divo del cinema in tournée nel sud degli States, è una delle schegge narrative più divertenti del libro. E il suo incontro con Enoch getta, de facto, un ponte tra umano e bestiale. C’è qualcosa, infatti, di primitivo nel mondo raccontato da Flannery O’ Connor, una landa desolata in cui si muovono folli profeti degni dell’antico testamento.

L’avventura di Hazel si conclude con un martirio auto inflitto e l’incontro con una donna, Mrs Flood, vecchia zitella che gli offre protezione, serenità e forse un matrimonio. Tutte cose che non riguardano Hazel, il cui sogno di purezza passa necessariamente per la violenza e la messa in crisi dello status quo. Con il secondo romanzo, il non meno bello Il cielo è dei violenti e con esiti altrettanto cupamente esilaranti, O’ Connor avrebbe approfondito i misteri della Fede americana, scolpendo quel mondo di maestosa povertà e ignoranza che la rende sorgiva inventrice di forme.

La saggezza nel sangue Book Cover La saggezza nel sangue
Minimum Classics
Flannery O'Connor. Trad. di Gaja Cenciarelli
Letteratura
Minimu fax
2021
203 p., brossura