Il punk italiano degli anni ottanta
Di Luca Morettini
Capitano momenti di stallo in cui andare avanti non riesce perché manca qualche presupposto. Modo carino per dire che non è che ci si può inventare qualche recensione a tema musicale o di libri che trattino del genere se non ci si è fatti prendere da qualche novità o qualche scoperta appetitosa. Ed eccolo quindi, lo stallo. Cosa fare? Una soluzione c’è e per una persona come me di tendenza nostalgica si presta proprio a fagiolo: ci si guarda indietro e si scava nei ricordi. Nel mio caso, in qualche scaffale dove riposano i libri già letti. Chissà se sperano che un giorno o l’altro possa dare loro un’altra occhiata.
La mia attenzione si è rivolta ad un piccolo libricino che, l’avessi letto ora, ovvero in un periodo della mia vita dedito alle recensioni, sicuramente si sarebbe meritato l’onore di vedersi creare un articolo non appena letta l’ultima riga dell’ultima pagina. S’intitola HardCore – Introduzione Al Punk Italiano Degli Anni Ottanta scritto da Diego Nozza e, tra le altre cose, quest’anno compie dieci anni dalla sua pubblicazione.
Si tratta di uno di quei libri che per contenuto ma anche per forma e dimensione possiedono un’aura strana, come se fosse una guida o una chiave universale che sappia tradurre qualche segreto nascosto. In realtà non è niente di così complicato. Si tratta di un’antologia di nomi che hanno fatto la storia, le basi del punk rock italiano, diviso tra la prima ondata (1978-1982) e la seconda (1982-1989). Nomi ordinati in ordine alfabetico, informazioni condensate in poche righe essenziali, chiare e concise. A volte, proprio per carenza di tali informazioni, bastano anche una decina di parole.
Non è che il punk in Italia sia scomparso dopo la fine degli anni Ottanta, ma per la storia tricolore del genere quel decennio rappresenta un’eccellenza assoluta, grazie a band e dischi che non hanno assolutamente nulla da invidiare ai blasonati e celebri nomi inglesi e americani che fanno la loro comparsa nei libri di storia della musica. Tuttavia il libro di Nozza non è solo questo: è un’esplorazione verso un sottobosco vasto, una realtà fatta di demo, musica talvolta mal registrata, fanzine da poche copie e dalle grafiche strabordanti ed esagerate, urla sguaiate, liriche di protesta, rabbia e passione ma soprattutto uno sguardo sotto i raggi X di nomi, nomi e ancora nomi. Protagonisti indiscussi per il tempo di un demo, un singolo o un album, HardCore è una vera e propria guida dai connotati a là Virgilio verso una pagina di storia musicale che al di fuori dei critici musicali o degli appassionati, fedeli o meno, rimane sconosciuta ai più, molto spesso anche per ciò che riguarda i nomi più celebri del lotto come, ad esempio, Negazione, Kina, Indigesti, Raw Power, etc.
Non sono solo nozioni biografiche di un genere musicale, ovvero la sua storia. Qui, soprattutto ci sono le storie, i sogni, il desiderio di ribellione, la ricerca di un’alternativa; di musica, esistenza, realtà individuale, collettiva e sociale. Tutto ciò che ancora fa ardere la fiamma del punk hardcore, là anche dove certe band hanno, a tutt’oggi, già raggiunto i quarant’anni di vita.
Io a questa guida con cui possedere il sapere in tasca (del mondo del punk italiano, ovviamente) devo molto: ho scoperto band di cui ignoravo l’esistenza, mi è stata utile durante il mio periodo come speaker presso una web radio di Viterbo e tenevo un programma proprio sul punk e oggi, facendo questo excursus alla ricerca di qualche cosa passata per cui valesse la pena scrivere, l’ho ritrovata e ho cercato di donarle il suo giusto riconoscimento.
Tutto qui.
Musica
CRAC Edizioni
2011
157 p., Ill brossura