Nata a Milano nel 1966, dopo studi di filologia classica all'Università degli Studi di Pavia comincia a lavorare in libreria. Fa la libraia per 26 anni. Ha collaborato con case editrici quali Astoria, come lettrice dall'inglese e dal francese e per Giunti per cui ha scritto una guida on line sulle città europee. Ha collaborato con articoli e recensioni al blog SulRomanzo e al blog di approfondimento culturale Zona di Disagio. Suoi articoli sono apparsi sul sito della società di formazione Palestra della Scrittura. Ha curato blog di carattere economico e, per anni, ha lavorato come web content writer. E' autrice di due libri: Guida sentimentale alla Tuscia viterbese, una serie di brevi reportage di narrazione dei territori e Mors tua vita mea, un libro di racconti pubblicato da I Quaderni del Bardo Edizioni. Un suo racconto è pubblicato all'interno del libro Milanesi per sempre, Edizioni della Sera. Dirige la rivista L'Ottavo

Seduti e sedati. La meccanica del divano, di Francesco Dezio

Di GeraldineMeyer

Gli anni tra il 1960 e il 2010 sono stati profondamente destabilizzanti per la classe operaia. In bilico tra boom economico e derive globalizzanti essa è andata perdendo, sempre più, identità e forza dirompente. Anche se, sarebbe più corretto dire che sia stata esautorata della sua cifra da un mercato, da un sistema sempre più ingordi e famelici.

Di questo ci parla Francesco Dezio nel suo La meccanica del divano, esempio feroce e sarcastico di letteratura del lavoro.

Siamo in una Puglia che diviene quasi emblema di un paese sempre più appiattito sulla mediocrità e su un malinteso senso di rivalsa. Cieco e sordo a qualunque cosa non sia la suadente voce del mercato e del profitto. Che ha mutato il mondo del lavoro (con la complicità della classe politica) a partire dalle parole usate per parlarne. Delocalizzare al posto di sfruttare manodopera a basso costo contando su vantaggi fiscali; esuberi invece di licenziamenti. Una sorta di abbuffata anestetizzante condita con supposte di flessibilità.

La meccanica del divano è costruito come un’antica tragedia in cui la voce e le storie dei protagonisti si intrecciano al coro, di volta in volta, del mercato, della stampa, degli influencer, delle vecchie e polverose tradizioni e dei vari esperti di finanza e marketing, braccia armate di quelle creature che vivono di vita propria chiamate holding, corporation e multinazionali.

Tra queste pagine, tra dialetto e linguaggio social, questa deriva ha la voce di Mannucci, re dei divani, imprenditore di successo, partito come vuole la narratologia, dal basso. Da tapezziere nella provincia pugliese a businessman quotato alla borsa di New York. E ha la voce di Nuccio e Michele, due operai che, a un certo punto, assumono come fosse una droga l’ambizione di diventare come lui. Da operai a imprenditori, con un passaggio che è quello di un’intera epoca, fatta di geopolitica, sfruttamento e globalizzazione di un mercato che fabbrica i suoi stessi leader-schiavi per poi potersene cibare. Tutti vittime, lavoratori e padroni (questi anche complici) dello stesso sistema. Che impone di diventare giganti per perdere, da entrambi i lati della barricata, il controllo sul proprio lavoro.

La meccanica del divano è una lucida e spietata cronaca di una discesa negli inferi di un sistema di lavoro senza regole. Con il liberismo al posto dell’etica, la desindacalizzazione al posto delle regole e l’altalena tra crescita e ridimensionamento come specchietto per le allodole, per mascherare la protervia del mercato. Assurto a ruolo di entità a sé, golem ingordo e autoreferenziale.

Il tutto condito da insaziabile fame di sesso (divenuto anche quello una merce), tette gonfe e sogni da pornostar di chi vive solo nei bit di un social o di una webcam. Ma qual è la vera pornografia? In un mondo in cui anche i set dei film a luci rosse sembrano immacolati rispetto a un consiglio d’amministrazione.

È questo libro amaro ma dalla tagliente precisione nel raccontare cosa sia diventato, oggi, il mondo del lavoro. Cosa si sia perso in termini di mestiere, competenza, identità. È una lettura durante la quale scappa anche da ridere ma è quel riso a bocca storta, quasi una smorfia. È il mercato bellezza.

La meccanica del divano Book Cover La meccanica del divano
Solstizio
Francesco Dezio
Letteratura del lavoro
Ensemble
2021
288 p., brossura