Pier Vittorio Tondelli, lo scrittore contemporaneo degli anni Ottanta
di Nicola Vacca
Per Tondelli la contemporaneità significa registrare fedelmente le osservazioni su ciò che gli avviene intorno.
In tutti i suoi romanzi c’è un senso del presente, un presente vissuto intensamente.
Tutta la sua opera rappresenta un’ipotesi romanzesca sul quotidiano e sulla contemporaneità.
Altri libertini era la storia della fauna giovanile degli anni settanta vista con molta spietatezza e assunta a soggetto letterario attraverso il suo linguaggio.
Pao Pao è la storia di una selvatichezza giovanile imbrigliata nei regolamenti della vita di caserma e nello stesso tempo la risposta di libertà e di non sottomissione che giovani possono dare all’istituzione esercito, che qui rappresenta la società intera.
Rimini è questo grande affresco dell’Italia degli anni Ottanta e le sue storie nascono da un lavoro di ricerca giornalistica.
Camere separate è un libro malinconico, musicale, dolente che racconta una fuga reale interiore.
«Penso che in Italia ci sia bisogno di questo tipo di letteratura, fosse anche per lasciare una testimonianza di quello che sta succedendo, attraverso lo strumento del racconto contemporaneo».
A trent’anni dalla sua morte Tondelli la sua testimonianza l’ha lasciata, leggendo dentro la sua generazione.
Arriva in libreria Viaggiatore solitario. Interviste e conversazioni 1980 – 1991 (Bompiani, a cura di Fulvio Panzeri, pagine 426, € 14,00) un volume che raccoglie per la prima volta le più importanti interviste rilasciate dallo scrittore emiliano nel decennio trai il 1980 e il 1991. Arricchisce il volume il dialogo serrato con Fulvio Panzeri pubblicato con il titolo Il mestiere dello scrittore.
Panzeri ha dedicato parte importante della sua vita di critico e studioso allo scrittore emiliano.
In questi anni con le sue curatele ha tenuto in vita le opere di Pier Vittorio Tondelli.
Viaggiatore solitario è l’ultimo regalo che ci ha fatto. Fulvio è scomparso lo scorso ottobre.
Questo libro è un contributo definitivo sulla figura di Tondelli. Un diario intimo in cui è lo stesso scrittore che ci racconta in prima persona il suo mondo e tutti i temi della sua narrativa.
Tondelli in queste pagine parla dei suoi libri, delle sue idee sul romanzo, del suo lavoro di giornalista e di talent scout, della critica letteraria, del suo posto generazionale all’interno degli anni Ottanta.
«Comunque posso dire che gli anni Ottanta sono stati molto fertili da un certo punto di vista. L’effervescenza, l’ebbrezza di quei primissimi anni del decennio…», Tondelli così risponde a Panzeri durante una delle conversazioni riportate nel libro.
Lo scrittore emiliano è stato un testimone eccellente della stagione culturale degli anni Ottanta, per questo lui resta uno scrittore indimenticabile e noi che abbiamo vissuto quegli anni non finiremo ma di ringraziarlo per il suo spirito innovatore. Tondelli da vero antropologo culturale ha scavato nel suo tempo, ne ha intercettato le mode, ha raccontato i costumi e le nuove tendenze artistiche e letterarie. L’opera di Tondelli nel suo complesso è il romanzo critico degli anni Ottanta.
Scrivere per Tondelli ha sempre rappresentato la necessità di mediare tra due aspetti: l’osservazione del vero e la finzione dell’immaginario.
Qui sta il suo mestiere di scrittore: Tondelli è stato un osservatore discreto della realtà attorno a sé e l’ha sempre raccontata attraverso il filtro interiore dell’immaginazione.
A trent’anni dalla scomparsa la voce della scrittura di Tondelli è ancora viva e autentica nel momento in cui si proietta oltre l’autobiografia per diventare narrazione di quel contemporaneo di cui lo scrittore emiliano è stato cittadino del mondo.
Interviste
Bompiani
2021
432 p., brossura