Dalla prefazione al libro Tracimazioni, Eretica Edizioni
IL POEMETTO : Tra il silenzio del mondo e la tentazione della prosa
Donato Di Poce
Questo libro, “Tracimazioni”, è una scelta Antologica di alcuni miei Poemetti(una delle forme stilistiche da me amate e sempre utilizzate sin dagli esordi poetici), pur se successivamente ho sperimentato e utilizzato negli anni, la canzone libera Leopardiana, il verso libero, l’elegia, la poesia d’arte e negli ultimi anni, i “poesismi” che sono diventati l’altra mia connotazione stilistica di immediato riconoscimento.
Sono stato certamente influenzato da Whitman (e senza di lui, sono impensabili Allen Ginsberg e l’intera beat generation, ma anche Carlos Williams e il García Lorca di Poeta a New York, e Dino Campana in Italia. Pasolini (Le ceneri di Gramsci furono per me una rivelazione), Bertolucci(La camera da letto) e anche incoraggiato dagli amici e maestri Roberto Roversi e Tomaso Kemeny.
Il Poemetto è una forma a metà tra “La tentazione della prosa” di Sereniana memoria e la poesia, e mi ha permesso di avere un respiro più ampio di una semplice poesia, di trattare spesso anche tematiche storiche, esistenziali e civili che difficilmente avrei potuto esaurire in una sola poesia.
Il poemetto è una derivazione moderna del POEMA di origine Greca( Iliade – Odissea) che ha avuto una grande tradizione nella Storia della Letteratura Mondiale ma anche specificatamente Italiana ( Dante, S. Francesco d’Assisi, Tasso, Pascoli, Pasolini, Roversi, etc…) sino a i giorni nostri.
A partire dai grandi poeti Latini (Catullo, Virgilio e Ovidio), passando alla grande tradizione del poema epico cavalleresco, Rinascimentale, per arrivare all’era moderna coni poeti maledetti (Rimbaud, Una stagione all’inferno poema in prosa; Verlaine Poemi Saturnini,; Mallarmé con Il pomeriggio di un fauno) senza dimenticare le grandi lezioni di Milton( Il paradiso perduto), Baudelaire, Pascoli, Porta, Pasolini, Majakovskij, Achmatova, Breton, Cvetaeva, Eliot, Pessoa e Rilke.
Se nel poema epico-cavalleresco prende le mosse, un tipo di narrazione in ottave, talora con accompagnamento musicale, prodotta e diffusa per via orale da poeti popolari, i cosiddetti giullari o canterini. va da sé che i Cantari si fondano sull’oralità, nell’era moderna il discorso si sposta sempre più sulla scrittura libera ed automatica e libertà di temi più elegiaci, sentimentali, esistenziali e civili.
E’ In età umanistico – rinascimentale che si inizia a parlare di vero e proprio poema epico cavalleresco: questo assunse la forma metrica del cantare ovvero l’ottava, formata da otto versi endecasillabi. I primi sei sono a rima alterna e gli ultimi due a rima baciata ABABABCC; l’ottava era stata usata da Boccaccio nel Ninfale Fiesolano e nel Teseida.
Le principali opere del periodo furono:
• Morgante (1461-1483) di Luigi Pulci
• Orlando innamorato (1478 circa -1491) di Matteo Maria Boiardo
• Orlando furioso (1503 -1532) di Ludovico Ariosto
• Gerusalemme liberata (1559/60- 1581) di Torquato Tasso
Ma Vediamo le 3 caratteristiche principali del poema epico-cavalleresco:
• Destinato ad un ambiente di corte
• La Fede non è più come valore assoluto come era avvenuto nel medioevo, ma lo diventa la Virtù
• Testo scritto destinato alla lettura
Nell’era moderna invece assistiamo al diffondersi di altre 5 caratteristiche principali del poemetto:
- Il poema diventa sempre più breve
- I temi si allargano a destinatari universali
- Si affrontano temi come il lavoro, l’emigrazione, la sessualità, l’infanzia, la natura, amore, morte, insomma tematiche sempre più conviviali, esistenziali, filosofiche, civili e persino onirico-surreali.
- L’oralità cede sempre più il passo alla contaminazione di testualità, recitazione, immagini verbovisuali(Le Corbusier) ed ai cultori della Poesia Totale e performativa(Totino, Pignotti, Fontana, Frangione, Carlacchiani etc…)
- Frammentazione testuale in canti, stanze, prose, quartine storico/orfico/esistenziali (Cvetaeva, Campana, Pessoa, Breton, Bertolucci, Pasolini, Roversi )
Tra i libri i libri, poeti e movimenti dell’era moderna che più mi hanno lasciato grandi emozioni, insegnamenti e suggestioni devo ricordare Baudelaire con I poemetti in prosa, Valery con Il cimitero marino)Artaud(Van Gogh Il suicidato della società); Breton ( I vasi comunicanti); Pessoa(I Poemi di Alberto Caeiro); Rilke(Il libro d’ore), i poeti Italiani di Officina ( Pasolini, Roversi, Leonetti, Fortini, Majorino), Volponi (I Poemetti).
Una segnalazione a parte meritano Le Corbusier(Le poème de l’angle droit, è un poema in formato extralarge, 32 per 42 centimetri, in cui versi (scritti a mano in corsivo) e immagini (disegni inseriti tra le righe del testo e 19 litografie a colori) si mescolano in una sintesi di forme e di parole che è ricapitolazione del suo pensiero intorno alla creazione artistica e architettonica ma non solo. L’angolo retto è anche definizione di senso dell’umano, linea verticale sull’orizzontalità della terra. ); ma soprattutto da L’Urlo di Allen Ginsberg, il libro ciclostilato e rilegato a mano, donatomi da Roberto Roversi “Descrizioni in atto 1963-1970, e il poema epiconirico del mio amico e maestro Tomaso Kemeny( La Transilvania liberata) .
La sequenza dei poemetti del mio libro non è in ordine cronologico, per una precisa scelta, in quanto volevo vedere la tenuta della continuità e la qualità nel tempo del mezzo espressivo, e nel contempo seguire il mio flusso emozionale di ricordi e concordanze con la realtà d’oggi.