Un metro lungo due metri. Sfumature
Di Geraldine Meyer
Che cosa lega l’alluvione della Valtellina alla Milano da bere, a Craxi e De Mita, a Don Sturzo e alle Brigate Rosse, alla nascita dei dorotei e al rapimento Moro? Mauro Orletti ce lo racconta in Un metro lungo due metri, divertente, rocambolesca e torrenziale biografia di Remo Gaspari. Abruzzese, figlio di un sarto emigrato a New York, bizzarro e antipatico, che ha fatto la guerra, pluriministro e, comunque, tra i protagonisti di decenni di politica italiana.
Mauro Orletti ripesca dalla memoria una frase di una sua professoressa, miope ed eccentrica che con il suo “supponiamo un metro lungo due metri” invece di rimanere un ricordo buffo diventa il punto di partenza per questa storia. Fuori dalla logica aristotelica c’è tutto un mondo di sfumature, di intrecci e di storie. Ma soprattutto c’è la consapevolezza che la storia è troppo complessa per venire schematizzata da santificazioni e demonizzazioni. Che, quella complessità, non possono proprio avvertirla.
E così, partendo da qui, Mauro Orletti ci racconta la storia pubblica e privata di un uomo venuto dal niente per diventare uno dei più potenti notabili d’Abruzzo e d’Italia. La storia, tra infiniti avanti e indietro nel tempo, infiniti sentieri, si intreccia a quella di decenni del nostro paese. Delineandoci la genesi di quel sistema di potere, favori e clientele di cui la DC è stata maestra.
La storia di Remo Gaspari, democristiano nel DNA, è quella di una regione, ma ancor più un paese che alla conoscenza ha troppo spesso anteposto le conoscenze, i calcoli elettorali, il consenso di un elettorato miope e scaltro proprio come i politici.
Un metro lungo due metri è la storia di un politico e, forse, ancor più, di una politica che ha perduto la sua vera cifra per diventare solo un velo clientelare con cui coprire incapacità, scaldare bizantinismi e opportunismo.
Ma è anche, tra ricostruzioni di cronaca e storia e tuffi nell’autobiografia, un modo con cui l’autore ci invita, proprio come fece la sua professoressa, ad accettare le inevitabili sfumature di grigio che colorano ogni giudizio. Remo Gaspari non era peggiore di tanti politici di allora e di oggi. Ma forse proprio per questo è un simbolo, un emblema del deteriorarsi della politica, anche grazie alla complicità di cittadini sudditi. Una sorta di nascita dell’antipolitica.
Raccontando Gaspari, Mauro Orletti è riuscito, fuori da ogni accademia, a raccontare l’atavica attitudine della politica italiana di utilizzare grigia creatività (grigia e prevedibile) al servizio della furbizia e del tornaconto personale. In fondo Gaspari potrebbe benissimo essere un personaggio di Alberto Sordi, pieno di contraddizioni, piccolezze, cinismo, furbizia ma anche molta caparbietà.
Politica, storia, attualità
Exorma Edizioni
2022
264 p.,