Quando la vita si ferma, tu cammina
Di Geraldine Meyer
Il tempismo delle cattive notizie sembra sempre viaggiare su corsie privilegiate. Come in questo Il sentiero del sale di Raynor Winn, pubblicato da Feltrinelli. Nel giro di pochi giorni Raynor, insieme al marito Moth, scoprirà che quest’ultimo è affetto da una malattia neurodegenerativa e incurabile e un investimento sbagliato, insieme a una ingiustizia legale, le ha fatto perdere ogni cosa, compresa la casa in cui viveva da anni. Cosa fare quando non resta niente? Quando quella che era la tua vita fino a un attimo prima va letteralmente a pezzi? Quando diventi, a tutti gli effetti, un senzacasa? Per Ray e Moth la decisione è tanto rapida quanto impulsiva. Mentre gli esattori, come uomini neri, sono fuori dalla loro casa che sta per essere portata via, la coppia decide: si metterà in cammino. Quando non hai più un posto dove stare, l’unica soluzione sembra essere quella di spostarsi in continuazione. Così, con un bagaglio ridotto al minimo partono per un viaggio a piedi. Più di mille chilometri lungo il South West Coast Path, il meraviglioso sentiero che “viaggia” lungo la costa del sud-ovest dell’Inghilterra, tra paesaggi e natura che partono dal Somerset per arrivare al Dorset, passando dal Devon e la meravigliosa Cornovaglia. Un cammino fatto di fatica, rocce, tempeste di pioggia e vento, caldo, fame e pochi soldi. Quando qualcosa finisce sembra di trovarsi in mezzo a una pagina bianca. E forse è su quella che si può cominciare a scrivere qualcosa di nuovo.
Il sentiero del sale è una storia vera, una testimonianza, senza retorica o sentimentalismi e consolazioni new age, di un disperato tentativo per ricominciare. In cui mettersi in cammino è, non solo una reazione, ma un mettersi alla prova, una disperata speranza di proseguire. Un non arrendersi alla malattia e alla protervia incurante con cui, talvolta, i medici formulano le diagnosi. Ma anche un non arrendersi a quei momenti in cui ogni cosa sembra essere esplosa in mille piccoli pezzi.
Un libro di viaggio, certo, ma soprattutto un libro di incontri, in cui l’autrice racconta dell’umanità incontrata e della tanta disumanità trovata sul suo cammino. Pagine in cui il percorso di questa coppia aggrappata da trent’anni al reciproco amore diventa anche il percorso tra la cattiveria e l’arroganza di una società, quella inglese, divisa tra speculazioni e bigotto decoro contro i senza tetto e i vagabondi. Perché questo, durante il loro cammino, erano diventati Ray e Moth. Spinti dall’altra parte della barricata dei benpensanti da uno scivolamento semantico: perdita e non vendita. Loro la casa l’hanno persa, non l’hanno venduta per girare il mondo assurgendo a eroi un po’ bohemienne. Il risultato è lo stesso ma, nel primo caso, non hai una lira. E questo fa la differenza.
Nudi, metaforicamente e quasi letteralmente Ray e Moth si troveranno plasmati dal cammino e dalla natura in cui vivono costantemente immersi. Ma non diverranno dei romantici e un po’ utopici Robinson Crusoe. Al contrario. Il pragmatismo e la realtà della malattia e della povertà ne farà degli esseri umani ancora più consapevoli della precarietà ma anche della forza di volontà. È un bel libro il sentiero del sale. Un libro che, per gli argomenti di cui tratta, avrebbe facilmente potuto cadere nel banale o nel retorico. Invece resta nel terreno della sobrietà, della lucidità, non nascondendo i momenti di vera disperazione. Una preghiera laica che racconta cosa può accadere quando tutto si sbriciola tranne l’inossidabile nucleo di cui è fatto l’essere umano.
Narratori Feltrinelli
Testimonianza, viaggio
Feltrinelli
2022
320 p., brossura