Quattro maggio
Di Antonio Laurino
Antonietta non aveva nulla per cui preoccuparsi: non un lavoro, perso anni prima e mai riottenuto; né genitori, morti da tempo; nessuno la cui sorte le stesse a cuore davvero. Viveva da sola, in una stanza ammobiliata al piano terra di un palazzo malandato, tra i fumi del cucinino e il rumore della televisione. Per questo, quando la reclusione e l’isolamento furono imposti per legge, le sembrò che la sua quotidianità fatta di vuoto e silenzi, distacco e distanze avesse finalmente un senso e un valore. Ma dopo quei mesi di serenità inaspettata, la normalità stava per tornare a farle visita. Mancava qualche minuto alla mezzanotte e dalla finestra chiusa che dava sulla strada già filtravano le voci di chi aveva qualcuno da riabbracciare, anche solo con gli occhi. Nel buio, strinse forte i suoi e sentì crescere in gola il sapore amaro della solitudine, mentre l’odore del gas iniziava a farsi pungente.
L’immagine di copertina è Giovane, di Enrico Ganz e fa parte di un ciclo di opere dedicato alla solitudine. L’immagine è presa dal sito enricoganz.it