Sesso, chiesa, streghe. L’origine dei femminicidi
Di Geraldine Meyer
Una lettura stimolante quella di Maria Mantello che con Sesso Chiesa Streghe, una storia vecchia e nuova di femminicidi introduce il lettore in quel clima di oscurantismo, patriarcato e sessuofobia presente nella religione cattolica e nella chiesa da tempo immemore. Un humus culturale, religioso e ideologico in cui la rimozione del sesso o il controllo di esso solo a fini procreativi ha rappresentato un germe mai morto. E che ha visto nelle donne le vittime di quello che, a tutti gli effetti, può essere considerato equivalente a un’opera di ingegneria sociale. Che persiste ai giorni nostri tra catechesi e encicliche in cui la donna oscilla sempre tra creatura angelicata o demonio tentatore. Una propaganda fide mai debellata ma che continua, pervicace, a permeare di sé pregiudizi, stereotipi e concessioni paternalistiche. Ma che, soprattutto, è prodromo all’ossessiva fantasia di controllo da cui nascono i femminicidi.
È una cavalcata storica quella che ci regala Maria Mantello che si articola in dieci capitoli tra misoginia, immagine della donna come madre e sposa per vocazione, culti pagani demonizzati e perseguitati, inquisizione, eresia e roghi. Tappe di una trama in cui la Chiesa è protagonista nella costruzione di un vero e proprio sistema, di controllo delle coscienze e di costruzione di una gabbia simbolica in cui le donne sono costrette dalla dogmatica del mito mariano. Una cavalcata, dicevamo, che srotola con chiarezza e documenti quel sottile filo rosso che da disputa teologica e divenuto stigma, demonizzazione di quel femminile che non sottostà a un ruolo imposto.
Un modello sociale, questo è diventato e questo continua a essere. Esordisce proprio così, infatti l’autrice:” Esiste storicamente una tradizione sessuofobico-misogina di matrice cattolica che ha inciso a tal punto le coscienze con stereotipi e pregiudizi reiterati per secoli, tanto da raffiorare ancora oggi nonostante i processi di emancipazione ottenuti dall’universo donna. […] Questo libro evidenzia come la Chiesa cattolica abbia contribuito con imposizioni e visioni dogmatiche a produrre il modello sociale per il controllo della donna, creando anche il fertile terreno per una vera e propria opera di sterminio: la lucida follia della caccia alle streghe.”
Tra Cinquecento e Seicento si è toccato il culmine di un vero sterminio, una “legale e santa persecuzione” con cui zelanti inquisitori, eredi ideologico-teologici di Tommaso d’Aquino o Sant’Agostino, processarono, torturarono, violentarono e bruciarono migliaia e migliaia di donne. Un femminicidio legalizzato e benedetto in difesa di una castità unico sentiero percorribile da una donna Maria Madre in contrapposizione a Eva la strega. Un abominio in cui fu la corporalità della donna ad essere sottoposta a un “sacro controllo” perché portatrice di un pericoloso “appello sensuale”. Una porta spalancata alla giustificazione dello stupro che ancora oggi, purtroppo e spesso, viene visto come il risultato di una provocazione femminile.
È un libro denso e agile al contempo, ricco di citazioni, pagine di Padri della Chiesa, verbali di processi, interpretazioni e agganci storico-sociali che ben disegnano l’excursus del legame tra maschilismo e Chiesa, tra superstizione e violenza, tra incancellabile sessualità e malata negazione della stessa, tra gatti neri e diavoli. Un libro che spiega assai puntualmente come, seppur oggi metaforicamente, i tribunali dell’inquisizione non siano stati debellati.
Pagine vere
Storia
Fefè Editore
2022
225 p., brossura