Storie di un’altra storia. Eterna ricerca della verità
Di Geraldine Meyer
Scrive Cesare Cavalleri recensendo questo Storie di un’altra storia su Avvenire: “Sì, c’è molto Buzzati nelle Storie di un’altra storia di Mauro Germani e del resto l’autore aveva pubblicato nel 2012 L’atteso e l’ignoto. L’opera multiforme di Dino Buzzati. Ben comprensibile e apprezzabile è dunque l’immedesimazione con un maestro che anch’io considero mio maestro (nel mio caso, un discepolato affettivo e di ammirazione). Dunque, sarebbero da calibrare le differenze fra l’immaginario di Buzzati e quello di Germani. Per dirlo approssimativamente e in breve, il “mistero”, l'”oltre” di Buzzati è sempre razionalmente controllato, al punto che dopo aver letto un racconto buzzatiano sembra che l’autore, strizzando l’occhio, dica: “Ti è piaciuto? Guarda che in fondo, forse, abbiamo scherzato”. Tutto, in Germani, è invece estremamente serio ed esplicito: «Nulla inganna di più l’uomo di ciò che egli chiama realtà, se non la collega a una verità superiore».
E, in effetti, in alcune pagine di questi racconti non si può non trovare qualche eco del grande scrittore. Anche qui il lettore si trova davanti misteri, incubi, inquietudini e vere e proprie ossessioni. E domande poste con il balbettio di chi forse aspira e spera una verità superiore. Senza però esser certo mai di quale essa sia. In un continuo enigma che rimanda a qualcosa ma la cui messa in parole si ferma sempre sulla soglia di un indicibile. Proprio un attimo prima di ciò che si vorrebbe fosse uno svelamento.
Ricordi, fantasmi, morte, percorsi esistenziali che si muovono su quello che sembra un sentiero e che poi, a un certo punto, si rivela uno specchio, illusorio e deformante. Questi racconti hanno, in talune loro traiettorie, la voce di una ricerca spirituale, di un altrove che possa dare risposte salvo poi fermarsi nell’umano limite tra conoscibile e inconoscibile. Fino a chiedersi anche quale sia (o possa essere) il rapporto tra chi scrive e l’originario della scrittura stessa.
Mauro Germani si occupa, come critico e studioso, di autori classici e contemporanei e questa sua attività di studioso e lettore traspare nella sua scrittura, nei rimandi letterari e teologici presenti in questi racconti in cui una inesausta ricerca di verità superiore assume spesso la forma di un delirio, di una ossessione, di una subitanea paura davanti al mistero, anche e soprattutto quello della morte. Esorcizzata dando ad essa, come nel primo racconto, l’immagine di un treno che parte non si sa per dove e non si sa nemmeno quando, in una stazione in cui i tabelloni non hanno orari e destinazioni.
Storie di un’altra storia sono racconti in cui, se è esplicito il tendere a qualcosa di altro, è altrettanto esplicito il “fallimento” umano di trovare risposte univoche. Sono racconti che si concludono ma solo apparentemente, rimandandosi quasi l’uno all’altro ma anche, e soprattutto, rimandando a un inevitabile continuare a cercare
Racconti
Calibano Editore
2022
144 p., brossura