Mario Desiati. Spatriati. Il romanzo di due fuggitivi
Di Geraldine Meyer
C’è una diversità che fa a cazzotti con le proprie radici, perché il luogo in cui si nasce nessuno lo sceglie, ma forse non è neanche questo il problema.
Spatriati di Mario Desiati è un romanzo che racconta di due fuggitivi, Francesco e Claudia, che hanno avuto la fortuna-sfortuna di nascere in Puglia, a Martina Franca. E in questo paesino che non sentono accogliente, muovono i loro passi e pongono le basi su cui edificheranno la loro identità. C’è poi chi ha la necessità di andare via, come Claudia, e chi invece decide di restare, come Francesco, ma in entrambi rimane comunque una sensazione di spaesamento, come se nessun luogo del mondo sia davvero casa.
Ed è proprio su questo aspetto che Desiati pone l’accento. Non esiste una patria per chi sente e vive al di là del bene e del male. Neanche a Berlino, città cosmopolita di eccessi di libertà, di mosaici identitari, di anarchiche peregrinazioni, i due protagonisti trovano la serenità che cercano. Sembra quasi che l’autore voglia dare un messaggio preciso al lettore: non c’è pace per chi ha un animo inquieto.
E qui potremmo mettere in mezzo un altro discorso, ossia quello dell’accettazione di sé, percorso che bisogna intraprendere indipendentemente dal luogo nel quale si nasce. Francesco e Claudia sono due persone in cerca della loro essenza, ma sono anche travolti dalle vicissitudini del paese natio che vive ancora secondo le proprie leggi. Nonostante tutto, in qualsiasi luogo andranno, o per sempre o per poco tempo, i due protagonisti resteranno cittadini del Sud. In loro è innato quel senso del sacrificio per una causa superiore, in cui si rintracciano la pazienza, l’arte dell’arrangiarsi, l’attesa e la fatalità.
Spatriati è anche la storia di un amore platonico, quello di Francesco verso Claudia, che, anche se non ricambiato, è come un raggio di luce che illumina ogni avvenimento. E in questo amore che mai viene consumato, c’è anche una traccia di quell’amore verso la propria terra madre che mai si rinnega, anche quando ci si illude di aver trovato la propria patria.
Letteratura
Einaudi
2021
288 p., rilegato