Nella poesia di Maria Fausto
Di Giovanna Mangiaracina
In un tempo trasformativo della mia vita ho avuto l’occasione di passeggiare nelle poesie di Maria Fausto respirandone le emozioni. Una poetessa capace di meravigliare, di sospendere i cuori indaffarati in un tempo magico, colorato, ricco di immagini coinvolgenti.
L’ho conosciuta un po’ di anni fa, nel luogo dove è nata e vive, in provincia di Napoli e più esattamente a Sant’Agnello in penisola sorrentina, un paradiso come pochi al mondo, già di per sé mito.
E nel conoscerla ho avuto la straniante impressione di incontrare il personaggio di una fiaba. Una giovane bruna, seducente, ma diversa da tutte le altre donne della sua età. Nelle poesie, lei coincide armonicamente con il mistero e l’abbondanza della natura stessa, della vita nel suo manifestarsi misteriosa e semplice, amara e leggera.
Maria Fausto è diplomata in danza orientale e ama molto cantare. A tutt’oggi è vincitrice di diversi premi letterari ed è presente in diverse antologie.
Crea giochi da tavola e mentre i suoi figli crescono, conserva e coltiva progetti di letteratura per l’infanzia.
Fin da piccola rivela una forte inclinazione per l’arte, la poesia, il canto. La sua persona, la sua stessa fisicità prorompono come un proclama poetico con il quale è narratrice di se stessa. Grazia consapevole e vulnerabilità ascetica attraversano le sue poesie al passo di una straordinaria prorompente forza vitale.
Il suo libro Vulner-abilità e coscienza Aletti Editore Luglio 2021 è un ampia raccolta di poesie
Hanno un passo sbadato gli angeli
E camminano scalzi
Inciampano
Sullo strascico dei nostri richiami.
Attraverso la debolezza e la vulnerabilità del desiderio, Maria ci narra il volo delle sue intime passioni, che hanno generato in lei un fuoco di energia creativa.
Corrono coi candelabri spenti
Tra i corridoi dei desideri:
finito l’olio,
caduto dall’orlo del loro entusiasmo.
Hanno cuori intrepidi
Si schiude un universo misterioso, che incarna in lei la magia e l’abbondanza della natura, della vita. E trova nella travolgente passione, nei colori della natura immensa di cui dispone, l’immagine più profonda, lasciandoci abbeverare alla fonte di una stupefacente immaginazione.
Fluire impetuoso di emozioni, Vulner-abilità e coscienza di Maria Fausto, nella sua ricerca di armonia, libertà, in un assoluto ricco di audacia e sensualità.
Il simbolico tentativo di conciliare ordine e disordine, follia e saggezza, svela un’artista curiosa e ribelle, che attraversa con estrema leggiadria le sfaccettature dell’intimo femminile senza risolversi mai.
Emozione ha la stessa etimologia di muovere provengono dal latino muovere, causativo di una radice meu, spostarsi, attestata nell’area greca e baltica, conquista di una coscienza più vasta della realtà e legata a quelle comprensioni di verità che non sono visibili, una comprensione che richiede di guardare il più lontano possibile.
Viaggio sotterraneo e contemporaneamente volo pindarico, nell’evocare le strade della sua terra natale, Maria Fausto ci regala tutto lo splendore nascosto, così reale eppure soltanto a lei visibile.
I versi si sciolgono in una impronta di connotazione onirica e realistica, affascinante nel suo insieme armonico di forza e grazia.
‘Angeli intenti a baciare le caviglie ai nostri silenzi’.
Colmi di meraviglia,
baciano le caviglie ai nostri silenzi
e il niente pronuncia una prima parola.
Leggendo il silenzio delle sue parole, la forma in cui si esprimono verità recondite, sentiamo la magnifica sfida poetica: tradurre il silenzio.
Maria Fausto canta la bontà di questa immaginazione che si esprime non già in un elogio del dolore, del buio e dell’abiezione, ma nel coraggio di una eroica avventura intesa a dare la certezza di una speranza superiore.
Dalla infelicità e dalla sofferenza si può uscire a patto di riconoscerla e di individuarne le radici, facendo del dolore strumento di conoscenza e della letteratura l’incantesimo del narrare che guida alla guarigione. In questo mare di movimenti, di emozioni, di parole, di sogni è racchiusa la chiave della nostra verità.
La creazione come l’amore è un estremo, una frattura nella normalità, rompe gli argini e le forze liberate erompono come la vita, che per avanzare e crescere non tiene conto del singolo essere. Passato il limite che segna la nostra singolarità, vita e morte, creazione e distruzione coincidono.
Solo esponendosi a tale rischio, vivendo fino in fondo il dramma e la lacerazione, che possono emergere forze risanatrici dando vita al nuovo, al confronto con la morte. Lungi dal costruire un limite ne assume il senso, la morte, nella sua intrinseca dialettica con la vita, ne coglie la continuità attraverso il suo incessante rinnovarsi.
A ogni passaggio la voce soffia fuori e si innalza oltre lo spazio umano, animale al di là del confine del terrestre, fino ad annullare ogni traccia di dicibilità, imponendo il silenzio che si addice solo all’amore e alla morte. La parola conduce la poetessa ma lei sa e consapevolmente ci trasmette che la poesia è solo la traduzione di ciò che non è dicibile.
Solo morendo e tacendo di quella morte da cui trae origine la parola, la voce può conservarsi nella risonanza profonda che è dietro le parole ispirate, come l’eco, l’amore e il terrore, l’angoscia e la morte, che impongono il silenzio, ma anche l’ascesi, la mistica e la poesia e sono gli occhi di quella risonanza che fa cantare corpo, anima e spirito insieme.
Leggendo le liriche di Maria Fausto ascoltiamo questa voce, l’esperienza della voce, che è consentita attraverso il contratto con il sovrannaturale e con l’ animalesco, le due fratture opposte e coincidenti, al di là delle quali alla parola umana non è dato spingersi. Scaturisce così la voce delle sue parole, dall’amore per la bellezza nel suo infinito spavento.
Il linguaggio si consegna al silenzio attraverso la parola che non parla il linguaggio, ma l’essere alle nuove sorgenti del tutto, le natali profondità, la radice del mistero che ci schiude al divino, ci toglie dalla ristrettezza del nostro piccolo io,
Accostandoci a tale bellezza anche noi veniamo illuminati da quella scintilla divina che è la poesia.
Gli emersi
Poesia
Aletti
2021