La poesia è una questione di mutazioni
Di Nicola Vacca
È colpa di deflagrazioni la scrittura di Gianni Ruscio nel suo ultimo libro.
In Mutazioni le parole seguono lo scorrere del sangue, sono forti e tutte pronte a dilaniare i brandelli della carne.
Soprattutto la prima sezione che coincide con la prima mutazione presenta un dettato poetico lacerante in cui la scrittura di Gianni non si preoccupa affatto di ferire.
La sua poesia entra come un coltello nel tessuto dell’essere, taglia, colpisce senza prestare attenzione alle suture.
«Da vivisezionati – quasi già morti – / prendiamo parte alla danza del crudo / e del dissanguato».
Le parole sanguinano e si mostrano nei loro squartamenti. Il poeta con una forza dirompente mostra in questi versi acuminati l’umano di cui facciamo parte con tutta la carne cruda che cade a pezzi.
Il poeta mette in scena la mattanza che ci riguarda e noi esseri umani con i nostri errori che guastiamo la terra che viviamo in un malessere esistenziale che ci autodistrugge.
Mutazioni è un libro potente in cui il sangue grida mentre viene versato dalla nostra crudeltà.
«È sarà eternamente / una esaltazione di umano scannato / appeso a testa in giù / – o decapitato- / scolato e morente /… per il sanguinaccio».
Sulla pagina che leggiamo resta lo schianto che il poeta non evita e il suo gioco verbale che si risolve in un azzardo linguistico che convince perché quello che egli dice è autentico perché crea imbarazzo e le sue parole non cercano mai un clamore, sono lontane dall’enfasi e nominano sempre senza metafore o nascondimenti.
Giulio Maffìi nella postfazione sostiene che in Mutazioni mostra una scrittura dalle solide basi.
Sono d’accordo con lui.
Il poeta c’è in questo libro e noi che lo leggiamo facciamo parte di quelle mutazioni perché i suoi versi ci riguardano come il sangue di quella mattanza che ci sbrana il cuore.
Il poeta parla alla «scatola buia e vuota della coscienza» e auspica un risveglio, prima che sia troppo tardi. In tanto il sangue continua a scorrere in queste mutazioni che lacerano l’essere.
Del tempo presente
Poesia
Terra d'Ulivi
2022
64 p., brossura