Nato nel 1969 vive a Parigi. Ha pubblicato poesie e racconti

Morte di ogo

Di Ivan de Monbrison

Dietro ogni momento di vita, c’è un momento di morte.  Tu sei morto, io ti ho conosciuto, ti ho parlato, ti ho guardato, ti ho sentito, e allora sapevi che stavi per morire. Lo sapevi perché eri malato, perché la malattia ti diceva che stavi per morire, soffrivi molto, soffrivi sempre. Il tuo corpo non era più lo stesso, a poco a poco, non mangiavi, non bevevi, vivevi solo di medicine. E poi, il lunedì, sei venuto a trovarmi in salotto, ti sei seduto, ti sei sdraiato, eri stanco, ho visto nei tuoi occhi che eri così stanco, e io piangevo, e piangevo. Non riuscivo a smettere di piangere e tu mi guardavi negli occhi, mi guardavi piangendo, io cercavo di sostenere il tuo sguardo, cercavo di guardare anch’io nei tuoi occhi, nei tuoi occhi profondi. Mi hai salutato, a modo tuo, e allora ho capito tutto. Te ne sei andato e sei andato a sdraiarti sul letto. Il giorno dopo, martedì mattina, per alleviare la tua sofferenza, ti è stata data la morte, ti è stata data la pace, saremo lasciati soli, te ne sei andato muto. Allora ho capito che tutto era finito, che non c’era altro che la vita, e per me, oggi, il giorno dopo la tua morte, rimangono nel moi cervello solo immagini di te, come tracce lasciate sul terreno. Immagini di te, immagini di un passato che non esiste, perché il tempo non esiste. Esiste solo la memoria, una memoria che dà l’illusione del tempo. Non so dove sei, non so se sei stato, non so se sono qui. Dopo la tua morte, e sono andato al cimitero, ho visto la tomba di moi padre, con il nome di mia madre, in quella tomba c’è un posto anche per me, ma nessuno verrà a guardare la tomba dopo di me, perché non ho figli, e nemmeno mio fratello ha figli, quindi tutto sarà finito. Il passato, che non esiste, sarà chiuso come una scatola e in questa scatola ci sarà il tuo cadavere e forse il mio.

L’immagine di copertina è Partita a scacchi con la morte, di Truppe Karl. Foto da pinterest.ch