Lo stato dell’arte
Di Geraldine Meyer
A volte ho la sensazione che il motto non dichiarato per stare su Facebook sia “raccontare dei successi e dei fischi non parlarne mai”. Comprensibile e legittimo, visto il contenitore. E forse questo è il motivo per cui invece di un post scrivo direttamente su L’ottavo, la bella rivista che da qualche anno coordino. E se non proprio di fischi dirò qui ciò che, senza retorica e ipocrisia, non è certo un successo. Momentaneo o duraturo non so. Comunque. Dalla prossima settimana non pubblicheremo più dal lunedì al venerdì ma, come accadeva qualche anno fa, ridurremo le pubblicazioni a tre a settimana. Se sarà possibile. Il motivo è molto semplice: non arriva più in redazione un numero sufficiente di articoli tale da consentire una programmazione e una pubblicazione quotidiana. Niente di grave, sono cose che accadono. Per quanto mi è stato possibile ho letto e recensito in modo tale da supplire alla non regolarità del flusso di articoli. Ma, come tutti, ho giornate di 24 ore e tante cose da fare. Che, per tanti motivi, non posso delegare. Immagino sia così anche per i collaboratori de L’ottavo. A cui va la mia gratitudine per quello che fanno, che continuano a fare compatibilmente con i loro impegni. C’è chi resiste, chi si è perso per strada, chi ha intrapreso altri percorsi. Ed è giusto e normale che sia così. Io, come responsabile della rivista, prendo solo atto della situazione. E mi assumo le responsabilità del caso. È sicuramente responsabilità mia quella di non essere riuscita a far capire quanto sia bello e importante un progetto come L’ottavo e quanto impegno richieda. Ed è responsabilità mia quella di non essere riuscita a trovare le parole giuste per “convincere” a collaborare molte delle persone da me contattate. Quindi, alla fine dei conti, ben venga questo momento di “frenata”. Mi servirà per rimettere in discussione me stessa come responsabile della rivista, trovare nuove idee, regole e motivi. Ringrazio i lettori (che aumentano), editori e uffici stampa che ci mandano libri e segnalazioni e i collaboratori, attuali e passati. Si continua a lavorare ma con ritmi diversi. Per preparare la strada a qualcosa di nuovo. Grazie a tutti