Romanzo esplicito. Partiamo dall’inizio
Di Luca Morettini
Non so se si tratta d’insicurezza o d’inadeguatezza, ma più passano gli anni e più mi rendo conto che di fronte ad un personaggio pubblico faccio sempre qualche figura barbina. E al Lucca Comics 2022, dove quello che io chiamo il posto più bello del mondo riemerge prepotente e forte nella sua magia colorata dei tempi pre covid, non si fanno certo eccezioni. Ho la possibilità di poter chiedere un disegno con dedica a Josephine Yole Signorelli, meglio conosciuta come Fumettibrutti e di fronte alla pagina bianca in attesa di essere calcata da un evidenziatore nero mi domanda “tette o culo?”, in riferimento al disegno da fare.
Perché Fumettibrutti racconta d’amore, sesso, sessualità e corpi e lo fa con un linguaggio immediato e senza passare da giri di parole in una narrazione che sa essere cruda e disincantata. Domanda legittima.
Non la mia risposta in cui, dopo aver scelto, per la cronaca, le tette, DEVO assolutamente ribadire, in un vortice d’incespicamento vocale e gesti fantozziani, quanto io sia in realtà una persona un po’ pudica su certi argomenti. Come se fosse rilevante o degno di nota.
Ma Josephine è carina e gentile. Fa la dedica e scambia amichevolmente qualche parola. Forse non mi prende per scemo, fortunatamente.
Mi chiede da quanto la seguo e le rispondo che fino a quel momento ho seguito le sue cose su instagram e che il volume che ho acquistato poco prima, la sua opera d’esordio, è il mio punto di partenza per conoscere il suo lavoro. Mi sembra giusto iniziare dalle basi.
E Josephine, come un avvertimento, mi dice che quella è una storia tosta.
In effetti Romanzo Esplicito è veramente una storia tosta. Ma non nel senso che immaginavo io. Non mi ha fatto male, non mi ha colpito duramente. E’ invece entrata dentro di me e mi ha spinto a ragionarci e ripensarci. A guardare più di una volta le sue vignette e le sue didascalie alla ricerca del dolore e del male che l’attraversa. Romanzo Esplicito è una storia d’amore passata e un’esistenza solitaria presente. Giallo è il flashback, blu il quotidiano. Bastano due colori, lo stile di Fumettibrutti caratterizzato da pochi elementi, un lieve accenno agli oggetti, il tratto che spesso si spezza nel contornare i volti. Il resto sta tutto in una storia che si divide tra la gioia dei ricordi di un amore e il disperato bisogno di ritornare ad essere la ragazza che era in un presente che la vede sola e allo sbando. E’ un tema ripetuto in milioni di modi e d’aspetti, ma qui c’è la realtà buttata violentemente sulla carta, condividere uno stato d’animo che ha il sapore dell’umanità perché questa è l’umanità e siamo passati tutto attraverso questa sensazione. Josephine ci aggiunge la fisicità, il sesso, la nudità vista come piacere e fragilità nello stesso tempo, la disillusione e un gran vuoto nel petto e nel cuore. Mostra e dice pochissimo, comunica un intero mondo.
Chiudo con una riflessione finale e spero che non sia fuori luogo, ma tant’è, il fiume delle parole scorre veloce: recentemente pure io mi sono accodato nel mondo della narrativa con un romanzo d’esordio in cui ho riversato tutto il mio essere fino quasi a svuotarmi. E l’ho buttato nel mondo. E chi lo ha letto ora sa più di me e specialmente all’inizio mi sono sentito scoperto, quasi trasparente.
Forse non è importante ma mi chiedo come si sia sentita Josephine dopo la pubblicazione di Romanzo Esplicito. Perché confessarsi non è mai facile, ma quando lo si fa si percorre fino in fondo la strada e non ci si volta più indietro. Fino a fare e farsi male. Tre anni dopo la pubblicazione mi domando se di tutto questo dolore sia rimasto il giallo del flashback o il blu dell’esistenza presente.
Sono partito alla scoperta del lavoro e dell’arte di Fumettibrutti. E non mi fermerò.
P.s. grazie ancora per la dedica.
Feltrinelli Comics
Fumetti/narrativa
Feltrinelli
2018
144 p., Ill, brossura