COME UN’INFLUENZA
Di Vladimir D’Amora
Tutti i testi di Vladimir D’Amora da noi pubblicati sono scelti e selezionati dal critico e traduttore Piero Dal Bon (NdR)
Come a scuola che vuol dire: poco più di un’influenza: come un’influenza? poco più di ossia come: sono tensori: sono una specie della comparazione: e il paragone è un mostrare e un condurre e uno scagliare: un mettere l’uno presso e con e anche contro l’altro… pure un paragone – però – non è solo una relazione di identità ossia di somiglianza, perché c’è piuttosto in gioco un arricchimento anzi un asseveratività ossia una restrizione, una specie di conferma insieme mantenuta e disdetta… e ciò perché i termini del confronto non sono alterati dal confronto stesso ossia non sono da questo identificati: restano dei termini ciascuno – come è. anzi, ciascuno proprio restando tale e quale a sé ossia né soltanto lasciando che il tensore comparativo si faccia riconoscibile di per sé né lasciando addirittura che uno dei termini si alteri appunto per potersi confrontare con l’altro: ecco che è il tensore stesso a lasciare che la sua alterazione conviva con termini tesi sino a lasciarsi tali e quali. cioè… … cioè: quando e laddove covid sia come un’influenza, influenza, che il segno è per la signata cosa che covid è, non solo convive con covid stesso, ma sta lasciando accanto proprio alla sua somiglianza se stessa. cioè… … cioè: una similitudine è un funzionare ostenso e tale mostra si inscrive quasi in un frammezzo: come tra due mediazioni simultaneamente: una prima, quella tra il termine di paragone e la cosa paragonata; una seconda, quella tra il paragone e la cosa stessa… cioè? cioè… (a) cosa serve questo che è il funzionamento di un paragone? serve solo a questo o anche la cosa paragonata? serve con entrambi… e, se sí, come tale simultaneità e perché? il paragone fa entrare nel linguaggio la cosa solo per poterla salvare dal linguaggio ossia facendo andare il linguaggio oltre se stesso: per abolire il linguaggio… ma, come? perché? l’unico modo di salvare la cosa è che il linguaggio non sia salvabile. e, per non salvare linguaggio, questo ha da tradurre nel linguaggio il suo mediarsi con la cosa… ora, trasferendosi la cosa nel linguaggio, il trasferito non risulta essere la cosa, ma la sua relazione con il linguaggio: e questo somiglia alla situazione in cui la cosa trasferita nel linguaggio proprio restando se stessa si faccia linguaggio: cosa del linguaggio. in cui accade la cosa ossia accade che la salvezza del linguaggio, facendosi linguaggio della salvezza, si faccia insalvabile: ossia una cosa – nel e del linguaggio… il linguaggio, ciò è, proprio salvando la cosa salva se stesso nell’unico modo in cui possa salvando la cosa fare di questa salvezza una cosa: ossia non salvandola… sicché la relazione di confronto consente di lasciare salva la cosa e insieme di lasciare il linguaggio insalvato ossia linguaggio: tale e quale al linguaggio stesso. covid paragonandosi a una influenza: accade che covid finalmente si oltrepassi in tattiche di gestione che non si sostituiscano a covid coprendolo: in strategie talmente effimere da lasciare covid a se stesso: ossia alla sua esemplarità non solo visitabile come un esemplare… l’ingombro del paragone è una debolezza linguistica ossia un linguaggio funzionante come un libro sempre aperto: inesorabilmente lasciato essere soltanto quello che covid è ossia un essere reale.