Nata a Milano nel 1966, dopo studi di filologia classica all'Università degli Studi di Pavia comincia a lavorare in libreria. Fa la libraia per 26 anni. Ha collaborato con case editrici quali Astoria, come lettrice dall'inglese e dal francese e per Giunti per cui ha scritto una guida on line sulle città europee. Ha collaborato con articoli e recensioni al blog SulRomanzo e al blog di approfondimento culturale Zona di Disagio. Suoi articoli sono apparsi sul sito della società di formazione Palestra della Scrittura. Ha curato blog di carattere economico e, per anni, ha lavorato come web content writer. E' autrice di due libri: Guida sentimentale alla Tuscia viterbese, una serie di brevi reportage di narrazione dei territori e Mors tua vita mea, un libro di racconti pubblicato da I Quaderni del Bardo Edizioni. Un suo racconto è pubblicato all'interno del libro Milanesi per sempre, Edizioni della Sera. Dirige la rivista L'Ottavo

Io tu noi

Di Geraldine Meyer

Esce per Mimesis Il silenzio del noi di Niccolò Nisivoccia. Ed esce nella bella collana Accademia del silenzio, una sorta di comunità in cui gli autori coinvolti sono invitati a scrivere, appunto del silenzio, in diverse declinazioni. Nisivoccia, in questo piccolo e densissimo volume, sembra partire da un silenzio politico, ideologico, per arrivare a restituirci quello che appare, a tutti gli effetti, un saggio sul silenzio spirituale, sociale, umano. Leggendo questo libro sembra davvero, in molti suoi passi, di accostarsi alle riflessioni di un monaco. Un silenzio dunque che viene raccontato come da un punto di vista quasi religioso, nell’accezione di un discorso che si alza per raggiungere altezze extra mondane. Ma attenzione perché con questa definizione si potrebbe pensare, banalmente, a un discorso monastico fuori dal mondo. Invece c’è, eccome, una immanenza irrinunciabile con esso. Ma quasi su una gamba sola, pronta a spiccare il volo quando il rumore sovrasta il silenzio.

Nisivoccia parte, simbolicamente e sostanzialmente, dalla morte di Moro, anche se appena accennata come discrimine temporale. Un momento buio dopo il quale però, “l’Italia sarebbe tornata a far festa”. Parole queste che non devono suonare come richiesta di un lutto perpetuo ma, semmai, come limite tra parole e silenzio. Il silenzio del noi appunto. L’autore, evocando il silenzio dei padri, ci conduce in quella che, a tutti gli effetti, possiamo leggere come una parabola dell’io, dei tu e, alla fine, del noi, inteso come comunità, come società, anche come ideologia che, da qualunque sponda, rappresentava comunque un discorso plurale.

Nisivoccia non stigmatizza l’io ne l’individualità. Ma mette sotto i riflettori della sua riflessione un io che, ad un certo punto, spaventato e stanco, si ripiega talmente tanto su di sé da perdere persino la sua individualità. Tanti io che non parlano più con un tu, esterno ma anche interno. Tanti io in cui il chiasso del solipsismo senza confronti ci ha resi incapaci di parlare anche con noi stessi. Di conseguenza incapaci di ascoltarci, di ascoltare gli altri e di dare, per questo, un senso alle parole. Parole che, ci ricorda Nisivoccia, hanno una autenticità di natura solo in una postura di confronto, ascolto e trasformazione. Sostanzialmente hanno vita in un noi che, ecco il titolo, non si sente più, soverchiato da un ego prevaricante.

Una analisi, snella, chiara ma profondissima, del cammino che ha portato a questo silenzio del noi e che, proprio attraverso l’argomentare di questo cammino, ci ricorda come dicevamo all’inizio un discorso monastico che si interroga sulla solitudine in comunità. Dove la comunità non è cancellazione dell’io ma, al contrario, esaltazione di esso attraverso l’ascolto e la condivisione. Nisivoccia non ci racconta un silenzio eremitico, non un silenzio come assenza quanto un silenzio come spazio, contrappunto, luogo in cui ritrovare una parola rivitalizzata, originaria, trasformata e vivificante.

Il silenzio del noi è un libro che ci chiama in causa, evocando la necessità di una responsabilità che è sì individuale ma che, in quanto tale, deve tracimare nella collettività, nel modo comunitario di stare al mondo. E qui comunitario assume l’eccezione che più sentiamo vicina. Ma sempre plurale.

Il silenzio del noi Book Cover Il silenzio del noi
Accademia del silenzio
Niccolò Nisivoccia
Saggistica
Mimesis
2023
85 p., brossura