A Lei
Di Vladimir D’Amora
Se non ti parlo della mia vita è perché la mia vita la immagino vivendola io la scrivo una vita la mia anche la tua ché ci vuole stoffa di vivente a viversi la vita separandola dalla sua scrittura sono ignote le gite che nella vita non si ricordano e scrivono la memoria perde la sua vita nella dialettica vivente il refolo di vita che si avvita e il simbolo fattosi morto + segno di una immagine vissuta oggi dove ho acquistato coi piedi venti leggi due e zero forza i piedi! Venti circa tachipirine da gola e cielo in culo cioè bambini e scaltri vissuti ossia eretti bipedi che si consumano nell’entrare casualmente nei portoni di case assai desiderate immagina una cosa non finita come una casa strafatta di passione andata: voglio dirti che il regolo della linea di escussione – omeopatia è – è l’amore che ti porto: sto chiedendo a dio, che mi faccia degno del tuo odore. E così sia stato: perché fu: io mi incivilisco nel perdono.