I mondi di Allah tra quotidianità e rivoluzioni
di Laura Vargiu
È uno splendido volume fotografico in bianco e nero, quello firmato da Abbas Attar, corredato del diario scritto tra il 1978-1980 e i primi anni Novanta durante il viaggio dell’autore alla ricerca degli Islam del mondo.
Nome di spicco della prestigiosa Agenzia Magnum (quella fondata, tra gli altri, da Robert Capa e Henri Cartier-Bresson), Abbas era un fotoreporter iraniano trasferitosi in Occidente. Guerre e rivoluzioni, ma anche religioni e spiritualità si rivelano le protagoniste privilegiate dei suoi scatti che, a partire dagli anni Settanta, hanno riempito le pagine di riviste e giornali internazionali.
Il titolo del libro, Viaggio negli Islam del mondo, non poteva essere più appropriato e significativo (mentre quello dell’edizione originale era semplicemente Allah o Akbar): dalle antiche città-oasi dello Xinjiang, nella Repubblica Popolare Cinese, agli ombrosi vicoli delle medine e alle affollate spiagge atlantiche del Marocco, dalle periferie delle città industriali britanniche alle sabbiose rotte carovaniere che conducono a Timbuctù, nel Mali, senza tralasciare le latitudini americane, si tratta per davvero di un viaggio nel cuore degli Islam del mondo. Infatti, non esiste l’Islam unico e univoco (se non a livello puramente teorico e forse neanche a quello), monotono e monocorde; esistono semmai tanti Islam almeno quante sono le aree in cui si professa questa complessa cultura monoteistica dalle molte anime.
Un viaggio intenso, appassionato e appassionante, quello di Abbas che prende avvio tra le strade di Teheran durante e dopo la rivoluzione tradita, per concludersi al cospetto degli sconfinati cimiteri improvvisati di Sarajevo, cuore musulmano d’Europa straziato tanto dal genocidio serbo quanto dall’ipocrisia occidentale. Un viaggio nel quale l’obiettivo del fotografo ha saputo cogliere tolleranza e fanatismo, delusione e speranza, rabbia e dolore, vita e morte e tutte le infinite sfumature e contraddizioni dei luoghi dove cinque volte al giorno risuona, ora armonico ora invece stridulo, il canto del muezzìn.
Pagine palpitanti di grande Storia e piccole storie, il cui intreccio rapisce profondamente l’attenzione e la curiosità del lettore, ricordando infine che non esiste niente di meglio che viaggiare per poter conoscere e allargare i propri orizzonti, sempre tanto ristretti, purtroppo, da paure e pregiudizi.
Nato nel 1944 in Iran, Abbas si è spento a Parigi nell’aprile del 2018. Numerose le pubblicazioni e le mostre in giro per il mondo. Per ammirare i suoi scatti e conoscere maggiori dettagli sulla sua attività e i suoi reportages, si segnala il sito web https://abbasphotos.org/ , dove spiccano in particolare le immagini dedicate alla rivoluzione iraniana, diverse delle quali sono state incluse nel volume in questione.
Saggistica, volume fotografico
Contrasto
2002
320 p.,