I raccoglitori di capelli
Di Geraldine Meyer
Val Maira, Piemonte. Gli anni della Grande Guerra. Franco Faggiani affida la storia del suo L’inventario delle nuvole alla voce narrante del protagonista Giacomo Cordero. Protagonista, meglio dire, insieme agli altri personaggi che costellano questa storia che si può definire corale. Storia di uomini, donne, miseria, luoghi, guerra. Giacomo vive con la madre Lunetta, il nonno Girolamo, figura imponente per decisionismo, durezza, asprezza. Insieme a loro Desideria, la moglie del nonno.
Giacomo ha perso il padre da piccolo, poco sa di lui, forse anche la memoria di avere avuto un padre si è nel tempo sbiadita. A fargli da guida, con più imperio che tenerezza, il nonno, figura controversa, indurito al punto tale da non avere più parlato neanche del figlio morto. Durezza, di stagioni, di montagne e di lavoro è ciò che circonda Giacomo e che lo costringerà a occuparsi degli affari di famiglia. Nonostante il suo interesse per i libri e per lo studio che ha potuto assaporare negli anni in cui gli è stato consentito di trasferirsi da don Egildo, prete che lo prenderà con sé e che sarà il primo a insufflargli i germi della curiosità.
Dalla guerra, si sa, c’è sempre qualcuno che ci guadagna e i Cordero sono tra questi. Girolamo diverrà il fornitore di materiali per l’esercito e vedrà la sua fortuna accresciuta dal commercio di capelli. Dall’altra parte delle montagne c’è chi ama abbellirsi con meravigliose parrucche. E per realizzare le parrucche ci vogliono i capelli. E ci vogliono donne a cui la miseria ha levato tutto. Anche il desiderio di tenersi le proprie chiome. Giacomo diventerà così un raccoglitore di pels, di capelli. Esonerato dal servizio militare, perché figlio unico di madre vedova, non sarà esonerato da ciò che il nonno, e la sua scaltrezza negli affari, ha deciso per lui.
Per Giacomo sarà però l’occasione per vivere una formazione umana inaspettata, con quella capacità che la vita ha di spiazzare. E saranno incontri, esperienze, piccoli passi verso una maggiore consapevolezza e indipendenza di giudizio e sguardo sulla vita. Anche grazie a Natale Rebaudi, esperto venditore ma anche amico del padre di Giacomo. Natale sarà molto più di un aiuto negli affari per Giacomo. Sarà colui che gli racconterà aspetti di suo padre e soprattutto di suo nonno che finiranno con il diventare un prezioso bagaglio per il giovane. Nulla è come appare. Le sfumature di cose e persone sono infinite e quando si comincia a comprendere questo comincia anche ad aprirsi la strada per altre direzioni.
Franco Faggiani, ancora una volta, cuce un romanzo che è quasi una fiaba in cui il “lieto fine” non sbiadisce le asprezze, non mitiga le battaglie, esalta i luoghi che, in quella che è anche narrazione territoriale, diventano ben più che cornice geografica. Storia, geografia, ricostruzione di un pezzo della vita delle genti di montagna con le sue povertà, i suoi silenzi, la sua atavica violenza, la forza bruta ma anche il desiderio di sentirsi comunità appena ne viene data l’occasione. Figure femminili apparentemente defilate che in realtà reggono il mondo, anche con intrugli d’erbe, cibo, cura, silenzio. E che insegnano a fare, appunto, l’inventario delle nuvole, che poi è un po’ fare l’inventario di ciò che, per fortuna, ai calcoli sfugge.
Le strade
Narrativa
Fazi Editore
2023
295 p.,