Notte, giorno, notte di Beatrice Monroy, Giulio Perrone editore
«Da tanti anni, la notte mi dondolo su questa terrazza e la ascolto.
«Mi dovevi lasciare in pace».
«Non ricominciare…».
«…ma che ne sai…poverino…».
Quella voce roca si attacca addosso come colla, io la conosco bene, mi ha ossessionato con i suoi racconti.
Mi disgusta. Non voglio averci a che fare.
Riporta così, nelle primissime pagine di Notte, giorno, notte l’autrice Beatrice Monroy.
Pubblicato da Giulio Perrone editore, è la storia di una donna, Matilde e dell’amicizia con Carla, cresciute assieme in un quartiere di Palermo poi allontanatesi e mai davvero ritrovate anche quando la vita riporta Carla a vivere vicino alla protagonista. È però una storia di come il mondo che viviamo e costruiamo differisce da quello reale, soprattutto quando ignoriamo per scelta, sia essa dettata dalla paura, dalla incapacità di comprendere o dalla semplice, seppure inquietante e a tratti terribile, incapacità di ammetterlo, in primi a noi stessi, vivendo una menzogna e accettandola.
Brava è l’autrice a farci scoprire questa verità con lo scorrere della vicenda, pagina dopo pagina, mantenendo un filo di mistero che mai ci fa comprendere appieno la porta degli eventi e brava nel raccontare lo stato d’animo di una persona, la nostra Matilde, incapace forse di voler capire, comprendere davvero fino in fondo.
Sono pagine dure a volte, fatte di frasi smozzicate, verità accennate e trattenute, dettagli che sembrano rivelarsi per poi tornare a nascondersi. Ecco un esempio:
«Poverina era la madre, buon’anima, altro che lei. Prima il marito morto in quel modo, che Iddio lo protegga e gli perdoni tutti i suoi peccati, poi questa. Ma te la ricordi che guai le fece passare? E adesso fa la santarellina, l’impegnata, la nostra coscienza civile. Lei!».
«…ma adesso poverina…»
«…è sempre stata matta…».
«Di questo certo non la può accusare nessuno, è una malattia».
«…facile dire matta…»
È anche la storia di come è facile giudicare tenendosi al di fuori delle vicende, lontano dal centro, quando si è solo spettatori e non protagonisti mentre tutto si complica quando certe situazioni ci travolgono e la scelta più semplice, seppur moralmente discutibile, è quella di far finta di nulla.
Un libro da leggere perché capace di ribaltare ruoli, ridefinire confini e porre dubbi, tanti dubbi su come ci saremo comportati noi se ci fossimo trovati in quella situazione. Cosa può fare di meglio un libro se non fare nascere in noi più domande di quante risposte riusciremo a trovare? Solo per quello andrebbe letto.
Romanzo
Perrone Editore
2022
147 p.,