O Dio con noi o tutti in cenere. Viterbo e il sistema mediatico nell’immediato dopoguerra
Di geraldine Meyer
Con questo O Dio con noi o tutti in cenere, Luciano Costantini e la viterbese Sette Città Edizioni, ci conduce alla conclusione di una trilogia dedicata alla Viterbo dell’immediato dopo guerra. E lo fa con la lucidità del cronista, con quarant’anni di mestiere giornalistico alle spalle, in fecondo dialogo con la sua passione per la storia. Questa volta, a finire sotto la lente di ingrandimento di Costantini, il sistema mediatico viterbese nei primissimi anni dopo la fine del secondo conflitto mondiale. Manifesti, giornali, libri, piazze, cinema e teatri, diventano, in questa rigorosa documentazione, il filo rosso di una trama cittadina che, duramente colpita, faceva i conti con la voglia di rinascere.
Non sono poche le sorprese che emrgono dalla lettura di queste pagine, di questo che Giorgio Boatti chiamerebbe “libro di carta”, intendendo con ciò un libro nato dalla consultazione di documenti d’archivio e testimonianze. Oltre, naturalmente, alla curiosità dell’autore. Un libro però non asettico né nelle intenzioni né nel risultato. Perché se è vero che tutto viene raccontato attraverso i documenti è altrettanto vero che tali documenti testimoniano dell’animo e dell’umano in essi contenuto.
Il nuovo quadro sociale, economico e politico di Viterbo ne esce vivace, baldanzoso, talvolta molto combattivo, in quella tenzone tipica del dopoguerra. Tra forze politiche che si richiamano al cattolicesimo e forze politiche che guardano alla Russia. Un Peppone e Don Camillo, spesso, in salsa viterbese in cui gli schieramenti politici diventato palcoscenico anche comunicativo, con peculiare modi, linguaggi e animo.
Ogni aspetto della rinascente vita cittadina viene raccontato attraverso un rutilante sistema mediatico che inevitabilmente coinvolse la cultura, il teatro, il cinema e lo sport. La voglia di tornare a vivere non poteva non coinvolgere anche questi aspetti con spettacoli all’aperto, competizioni sportive, balli e gite al lago. Tutto annunciato, presentato, divulgato con parole di carta, talvolta ingenue, autentiche o sanguignamente schierate politicamente.
Un viaggio interessante in cui tutto si tiene, la società e il modo di narrarla attraverso un sistema comunicativo per certi aspetti non troppo dissimile da quello attuale. Almeno per quanto riguarda il recinto dell’influenza della politica sulla cultura e dei linguaggi con cui il retaggio degli anni di guerra tracima nel modo di esprimersi.
Ma è anche un viaggio documentatissimo nei rivoli dello scoppiettante (sì, Viterbo ha saputo esserlo) aprirsi della città al bisogno di cultura e partecipazione politica, con il voto alle donne o le università popolari. Basti a suscitare curiosità alla lettura un elenco dei titoli dei capitoli di questo libro: Giornali e giornalisti, La politica scende in piazza, Guerre di religione, Vita e società, Politica e cultura, Tutto quanto fa spettacolo, Lo sport, Spicchi di cronaca. Come scrive lo stesso Costantini nella prefazione: “I fogli della stampa quotidiana, i libelli, i volantini, i manifesti costituiscono una testimonianza non manipolata e non manipolabile della società di allora”. Per questo, a concludere il libro, una ricca e interessantissima appendice fotografica ricca proprio di queste testimonianze stampate
Progetto memoria
Storia
Edizioni Sette Città
2023
115 p., brossura