Luca Morettini Paracucchi, nato il 24 febbraio 1988. Lucchese da tutta la vita, Viterbese da qualche tempo. Ho una passione molto forte per ciò che riguarda il cinema, la letteratura, la musica, il mondo dei fumetti e dell'arte in generale. Tra le mie passioni hanno un posto di rilievo il mondo del punk e certi aspetti della cultura cosidetta nerd. Scrivo da quando avevo otto anni, recentemente ho ripreso dopo un periodo di stop. Spero sia la volta buona

Friends. Un pezzetto di storia delle serie tv

Di Luca Morettini

È il 29 ottobre, domenica mattina. Mi sveglio e scorro la tendina delle notifiche whatsapp prima di aprirlo. La mia fidanzata mi ha scritto che troverò una triste notizia che mi aspetta. Segue una foto in bianco e nero. Si tratta dell’attore Matthew Perry. Non servirebbe veramente neanche aprire whatsapp del tutto. Ho già capito, è lampante. Può significare una cosa sola. Anzi due. La seconda è che veramente è un triste risveglio. Niente lacrime, come mi capitò due anni fa con Franco Battiato. Ma la sensazione che una parte del vasto oceano che appartiene a te, le tue passioni, il tuo immaginario e al tuo bagaglio culturale è andata via da questo mondo terreno.

Matthew Perry era il Chandler Bing della serie televisiva Friends. È stato anche altre cose, un fantastico attore comico in alcuni film di successo. Ma principalmente la storia lo ricorderà per quel suo personaggio e non potrebbe essere altrimenti considerato il grande impatto culturale di pubblico e di critica che la serie ha avuto in tutto il mondo a distanza di quasi trent’anni dalla sua prima puntata e quasi venti dall’ultima.

Scrivo un post su Facebook per ricordarlo e dico che Chandler Bing, a cui lui dette volto, corpo, anima e battute su batture, l’ho sempre considerato il mio spirito guida. O perlomeno, il personaggio televisivo in cui sono riuscito a identificarmi più di tanti altri che ho visto: dotato di un piccolo lato nerd, insicuro, impacciato nelle relazioni con l’altro sesso e dotato di un senso dell’umorismo vitale come l’aria che si respira che lo faceva vomitare una serie di spiritosaggini una dietro l’altra a rotta di collo, alcune delle quali magari facevano ridere soltanto lui. Ma era essenziale tutto ciò per poter esistere.

Forse ora non sono più così, però un tempo questa caratterizzazione rendeva lo schermo della tv uno specchio.

L’anno scorso Perry ha pubblicato la sua autobiografia dal titolo Friends, amanti e la Cosa terribile che mi sono prontamente impegnato a comprare e a divorare. Strano il fatto che non mi sia impegnato altrettanto rapidamente a recensirla. Forse attraversavo un calo d’ispirazione, non saprei dirlo.

Leggendo quelle pagine Perry mi ricordava, con tutte le differenze del caso date da epoche e situazioni diverse, sotto certi aspetti Totò: là dove lo schermo cattura l’immagine di un personaggio caustico, strabordante, talvolta sopra le righe e dannatamente divertente, l’uomo nella realtà è tutto l’opposto dell’artista. Si trova sofferenza e dolore. E la realtà di Perry era quella di un uomo che è andato a braccetto con le sue dipendenze da alcool e droghe al limite della sopportabilità e dell’enorme fatica per disintossicarsi dopo anni di abusi. Il successo e la rara fortuna di aver trovato una vera unione sincera e forte con la produzione e, soprattutto, con gli altri colleghi di Friends non ha compensato quel senso di vuoto che ha cercato di riempire con litri d’alcool e sostanze di ogni tipo.

Il libro è crudo e il suo narrare di ricadute, milioni di dollari buttati nel tentativo di arginare quelle dipendenze, di migliaia di ore di riabilitazione, interventi chirurgici, malesseri, crisi, il colon esploso, il coma e tutte altre stilettate di questa risma non concede spazio ad un indoramento della pillola. Perry si rivela completamente per ciò che è successo, è diretto, sarcastico nella maniera più pungente possibile. È il lato oscuro di Chandler Bing e come tale si va avanti nella lettura sorretti dall’abilità d’ammaliare con un racconto che di ammaliante non ha nulla. Ma la sua sincerità è talmente disperata e cristallina che non si riesce a smettere di accompagnarlo per stargli vicino. È nostro amico e si resta veramente uniti, nel bene e nel male.

Quando qualche giorno fa mi sono imbattuto casualmente in un paio di episodi di “Friends” pensavo che l’improvvisa scomparsa di Matthew Perry mi avrebbe portato a rivedere quelle immagini sotto un velo di tristezza. Non è stato così. Invece continuo a guardare i volti degli altri cinque protagonisti e mi chiedo quanto male stiano e come stanno reagendo a ciò. Non so perché ci tenga a saperlo, ma è una cosa che mi viene spontanea chiedermi.

Credo perché sia normale preoccuparsi degli amici. Mi piace pensarla in questo modo.

Grazie di tutto Matthew. Ti voglio davvero bene. Pare sciocco spendere così tante parole per un attore che, sicuramente, mai avrebbe saputo della nostra esistenza? Significa che ha fatto un lavoro perfetto.

Friends, Amanti e la Cosa terribile Book Cover Friends, Amanti e la Cosa terribile
Matthew Perry. Trad. di Chiara Spaziani
Biografia
La Nave di Teseo
2022
336 p., brossura