Nata a Milano nel 1966, dopo studi di filologia classica all'Università degli Studi di Pavia comincia a lavorare in libreria. Fa la libraia per 26 anni. Ha collaborato con case editrici quali Astoria, come lettrice dall'inglese e dal francese e per Giunti per cui ha scritto una guida on line sulle città europee. Ha collaborato con articoli e recensioni al blog SulRomanzo e al blog di approfondimento culturale Zona di Disagio. Suoi articoli sono apparsi sul sito della società di formazione Palestra della Scrittura. Ha curato blog di carattere economico e, per anni, ha lavorato come web content writer. E' autrice di due libri: Guida sentimentale alla Tuscia viterbese, una serie di brevi reportage di narrazione dei territori e Mors tua vita mea, un libro di racconti pubblicato da I Quaderni del Bardo Edizioni. Un suo racconto è pubblicato all'interno del libro Milanesi per sempre, Edizioni della Sera. Dirige la rivista L'Ottavo

Perché è essenziale la vita contemplativa

Di Geraldine Meyer

Competizione, lavoro, produzione, prestazione. Sembrano queste le parole chiave del mondo di oggi. Che posto occupa, in questo correre costantemente dietro a qualcosa, la contemplazione o inazione? C lo racconta il filosofo  Byung-Chul Han in questo prezioso libro dal titolo Vita contemplativa, pubblicato da Nottetempo.

Si parla, non a caso, di una sorta di coazione a ripetere, in cui tutto sembra dovere rispondere a criteri di utilità e mercificazione. In una bolla in cui anche il tempo libero diviene un dispositivo da riempire. Ovviamente da riempire con cose utili, non tanto per noi ma per quello stesso sistema che ci “chiede” costantemente di essere performanti. E consumatori.

L’inazione di cui ci parla l’autore non è rassegnazione o passività. Al contrario. È quello spazio di relazione, con gli altri e con sé stessi, in cui ci si sottrae al raggiungimento obbligato di obiettivi che spesso sono indotti e non autentici.

La contemplazione è ciò che trasforma il tempo libero in tempo liberato, con una differenza che non è un gioco di parole. Ma, semmai, un varco attraverso il quale lasciare passare il silenzio, vero sentiero per condurci alla comprensione autentica dell’esistenza.

E in tutto questo mondo costantemente connesso e indaffarato più che operoso, l’autore ci appare come il cantore della noia. Quel concetto così bistrattato e malinteso che, nelle sue pagine, acquista un senso nuovo. Che paradossalmente si contrappone proprio a quel tempo libero che altro non è che tempo da ammazzare.

Lo dice chiaramente l’autore quando scrive: “L’esistenza umana viene assorbita senza sosta dall’attività, e questo la rende sfruttabile.” Sfruttabile, parola e concetto che pesano come macigni.

Vita contemplativa è, in buona parte, un confronto a distanza con Hannah Arendt e il suo Vita activa. Con le sue implicazioni sia nell’ambito sociale sia in quello politico.

Ma si tratta di un testo che si confronta anche con altri filosofi come Heidegger o Nietzsche, con scrittori come Handke e con la cultura ebraica. Un viaggio dalle molte strade durante il quale sono tanti gli aspetti della attuale vita ad essere messi sotto la lente di ingrandimento. Con un filo rosso che li unisce e che è il concetto di tempo e attesa. Non sappiamo più attendere, ci viene detto. Non sappiamo più immergerci in un tempo che non sia misurabile, veloce, istantaneo. Conducendoci così dal pensiero alla reazione che altro non è che azione all’ennesima potenza.

Vita contemplativa diventa così una sorta di mappa per riappropriarsi di ciò che davvero ci rende umani: lo spazio di relazione, un noi, una comunità. Che naturalmente nulla ha a che fare con le community social, terreno fertile delle più pericolose solitudini.

Vita contemplativa o dell'inazione Book Cover Vita contemplativa o dell'inazione
Saggi . figure
Byung-Chul Han
Saggistica, storia
nottetempo
2023
145 p., brossura