Lonesome Dove, un inno all’amicizia
Di Marcello Chinca
Uno dei più eminenti scrittori americani Larry McMurtry, è l’autore di uno dei capolavori assoluti della narrativa legata al West: Lonesome Dove, un libro che ho letto almeno tre volte, un testo che rimarrà indelebile nella letteratura mondiale.
Lonesome Dove nasce come sceneggiatura per un film che doveva essere diretto da Peter Bogdanovich agli inizi degli anni ’70, con John Wayne, James Stewart e Henry Fonda nelle parti principali. Il film non fu poi girato e McMurtry ne ricaverà un romanzo fiume di 900 pagine che vincerà il premio Pulitzer nel 1986, subito riadattato in una serie televisiva di grande successo, con Robert Duvall e Tommy Lee Jones.
Lonesome Dove è la struggente epopea di un’amicizia maschile come mai è stata raccontata, dove l’amicizia si profila come il vero cardine del mondo terreno, la sola salvezza. Ancora di più rappresenta un mondo, quello della conquista del West, destinato all’estinzione ma che nei due protagonisti resiste alla normalizzazione borghese. Storia di una scorribanda tra il Texas, il Messico sino al Canada inesplorato, con mandrie al seguito, tra indiani mai domati, cacciatori di bisonti, prostitute, giocatori d’azzardo e fuorilegge. Un florilegio di panorami di praterie, deserti, catene montuose di un’America inesplorata che sarebbe piaciuto a Walt Withman. Un libro che spiega molto sulla genesi sociale culturale e politica degli States. Sul suo antagonismo razziale e di classe. Sulla sua promessa di libertà e felicità mai esauribili.
Ma ripeto, Lonesome Dove è prima di tutto l’epopea di un’amicizia viscerale, duratura, vitale tra due guerrieri senza paura che ben si raccordano a certi eroi dell’Iliade, Ettore, Achille, Agamennone per i quali l’onore, il senso dell’onore, quell’onore che deve sempre dimorare nel giudizio dell’Altro parigrado, quell’Altro invalicabile mai derogabile che consiste nell’amico, questo onore delineava un valore che veniva prima della vita stessa.
Un libro che tengo sempre pronto accanto al letto per una rilettura assieme all’Odissea di Omero, allUlisse di Joyce, ai Fleur du mal di Baudelaire. Giuro che l’avevo in mano proprio ieri per una ennesima rilettura.