L’amore senza genere in Duffy
di Federico Migliorati
L’amore nelle sue più ampie sfaccettature, tra giubilo e sofferenza: l’opera in oggetto, che riceve la traduzione e la cura di Floriana Marinzuli e Bernardino Nera e che racchiude una serie di liriche della più importante poetessa scozzese di lingua inglese, Carol Ann Duffy, può essere letta da molteplici punti di vista. È una sorta di manifesto femminista sui generis poiché la donna non è più in posizione sottomessa, è altresì un percorso a tratti intenso nell’erotismo, è infine un “dialogo” atemporale e aspaziale sul più vorticoso e coinvolgente dei sentimenti dove l’interlocutore, che sovente è un Io autoriferito, è sottoposto a una prova di resistenza costante di avvicinamento e allontanamento.
La prosa puntuta di Duffy squarcia il velo dell’ipocrisia moderna lasciando aperti i più vasti campi di un’attrazione che non conosce generi né identità ponendosi oltre l’ordinario rapporto uomo-donna. Leggere le sue poesie è immergersi altresì in una tradizione singolare della poesia nella quale la parola stessa fatica a seguire il passo del cuore e delle emozioni. Rovesciare l’ordine consolidato per ricomporre una nuova caratterizzazione delle relazioni amorose è l’obiettivo che Duffy si è propone nel suo ampio e arioso percorso di scrittrice in versi e che nel volume di Crocetti, pur nell’esiguità dei componimenti, emerge limpidamente, nello slancio di figure retoriche come l’allitterazione e l’anafora che sottolineano vieppiù l’ardito dire di un amore che, come il tempo, “scivola via” ed è sempre più irraggiungibile nel suo talvolta drammatico peregrinare. Contro l’oblìo di sé e dell’amato/a non v’è altro modo che affidarsi alla poesia, una sorta di “incantesimo che tiene vive le cose” oppure rifugiarsi nell’attesa, in quell’agognata speranza della felicità che già Leopardi insegnava e che in Duffy è orientata nella forma sublimata dell’innamoramento (“e prima o poi la gioia tocca a tutti”). Nulla però è immune dalla corruzione (“ci ritroviamo all’Inferno”) ma è proprio il rischio, la tensione verso l’ignoto a essere predominanti, ad onta di tutto, nei versi della scozzese che ci chiama a scrutare quella luce che ci mostri la nostra vera identità. Un vivace, introspettivo sguardo dentro la propria anima e, forse, anche in quella di ciascheduno di noi.
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Poesia
Crocetti
2024
112 p., brossura