Sono nato a Milano il 13 agosto 1974. Scrivo principalmente per blog aziendali, ma mi occupo anche di newsletter e di casi studio. Lavoro soprattutto in modalità ghost. Inoltre, insegno copywriting e seo copywriting all'Acme di Milano. Ho pubblicato due romanzi, Hwelf, storie di gufi e contesse e 1709 e le prefazioni dei libri degli scrittori albanesi Shpendi Topollaj (La fucilazione) e Kujtim M. Hoxha (Il cielo di Ketrin). Sono iscritto all'albo dei pubblicisti della Lombardia. Ho collaborato con il settimanale Sprint e Sport e ho avuto come caporedattore Luca Momblano, attualmente uno dei volti di Telelombardia.

Corrono voci, un romanzo su verità e maldicenze

Di Massimiliano Priore

Corrono voci è uno dei quattro romanzi di Hugo Claus tradotti in italiano. Tra questi c’è un’antologia della poesia fiamminga, Immutato ma irriconoscibile.


I LUOGHI DI CORRONO VOCI
La maggior parte della vicenda si svolge ad Alegem, un paesino immaginario non lontano da Waregem.

Siamo nelle Fiandre Occidentali, la provincia che ha come capoluogo Bruges, la città natale dell’autore. Ne fa parte anche Ostenda, in cui avviene uno degli episodi più importanti della storia. Se non il più importante.

Alcune scene sono ambientate in Africa. Sono i flashback del protagonista, René Catrijsse.

LA TRAMA
René è il personaggio fulcro della storia, ma agisce solo in alcuni capitoli. Almeno, direttamente. Però aleggia e occupa i pensieri dei suoi compaesani.

La vicenda è ambientata negli Anni ’60, quando il Belgio ha perso la sua colonia più importante, il Congo. René è un soldato. Un contrattista. Stanco delle violenze e delle aberrazioni subite, viste e commesse, torna a casa. Sul corpo e nella psiche sono evidenti le conseguenze di quel periodo. Come i segni che porta sulla schiena. O come la difficoltà a relazionarsi con la sua famiglia in modo normale.
Ben presto la notizia della sua diserzione e della sua presenza diventa di dominio pubblico.

Il morbo

Proprio subito dopo il suo arrivo, ad Alegem scoppia un’epidemia falcidiante. E quasi tutti i suoi compaesani pensano che il responsabile sia lui. Perché era in Africa (e quindi ha portato i bacilli) e perché non è mai stato un ragazzo modello.
L’avversione degli abitanti di Alegem nei suoi confronti ricade su tutta la famiglia Catrijsse. Per esempio, il loro emporio perde molti clienti. Fino a far riemergere i trascorsi nazisti della madre, Alma.

Qualcuno, addirittura, pensa sia necessario eliminare il ragazzo per estirpare il male. Tra questi, il reverendo Lamantijn. Infatti, serpeggia il sospetto che si tratti di una sorta di punizione divina. Non a caso, uno dei capitoli s’intitola Come una piaga. Inoltre, il morbo non è l’unica causa delle morti anomale di quel periodo.

La critica di Hugo Claus

Invece, quello che nessuno vede (o finge di non farlo), in questo paesino  molto devoto e conformista, sono i vizi delle persone. Come il postino che paga una minorenne affinché gli mostri le mutandine e apre le lettere. O i tanti amanti della moglie di uno dei personaggi.
E poi, la meschinità di gente che  denigra gli altri per diletto e diffonde voci prive di fondamento.

In questo quadro, si stagliano le figure di Julia e Alice Rombouts, due giovani sorelle molto carine che hanno il coraggio di stare dalla parte dei Catrijsse. Soprattutto del fratello di René, Noël, da molti considerato un po’ tocco (lo chiamano Pollo il matto).

I NARRATORI
Claus fa raccontare la storia dai personaggi. Di per sé, non è una novità: accade in molti romanzi. Anzi, la maggior parte dei narratologi odierni consiglia di farlo. Il punto è che di solito sentiamo la voce di uno degli attori della storia, al massimo due. Invece, in questo libro viene proposto il punto di vista di quasi tutti. In più, spesso interviene anche il cosiddetto narratore esterno onnisciente, che conosce i pensieri e i sentimenti di tutti, il loro passato, il loro presente e il loro futuro. Addirittura, a volte Claus alterna il narratore interno e quello esterno nello stesso capitolo.

IL CONTESTO
Nel libro emergono anche alcuni aspetti della cultura e della storia recente belga (recente per allora). A questo proposito, faccio una critica all’edizione  italiana del libro: sarebbe stata utile un’introduzione per capire e contestualizzare meglio alcune scene.
Probabilmente per i belgi sono cose scontate. Pertanto (secondo me), Claus non ha ritenuto necessario spiegarle. Le ha date per scontate.

ALCUNI PASSI DI CORRONO VOCI
Lo ammetto, non è una cosa di cui andiamo fieri, ma un essere umano deve pur fare qualcosa con i suoi simili, tormentarli o fotterli (pag. 47).

Dunque, dobbiamo ascoltare san Paolo quando nella Lettera ai Romani, capitolo 12 versetto 21, afferma «Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene»? O dobbiamo decidere di mettere fine, una fine radicale e inesorabile, se necessario anche crudele e disumana, a colui che è la causa di quel tutto questo? (pag. 130. Sono parole del reverendo Lamantijn).

Quello con il male in corpo per cui non c’è rimedio. Il reverendo lo ha detto chiaramente, senza mezzi termini. È René Catrijsse la malattia (pag. 132).

Ma Dio non fa niente per il gusto di farlo. Anche lui deve obbedire. Non chiedetemi a chi. Ma deve capire che, quando mi ha fatto prendere quella botta, ha rovinato tutto, che la seconda versione di Noël non è riuscita molto bene (pag 145).   

In ogni caso, si è trattato di un chiaro gesto di provocazione. […] Volevamo andare subito al negozio dei Catrijsse perché non eravamo più responsabili delle nostre azioni […], ma ci conoscete: abbiamo bevuto un ultimo bicchiere, poi un ultimissimo e alla fine abbiamo deciso di dare sfogo alla nostra rabbia in un momento più opportuno. Quel giorno René Catrijsse e quei complici dei suoi famigliari si sono salvati per un pelo dall’ira collettiva di Alegem (pag. 166).

IL TITOLO
Il titolo italiano mi ha riecheggiato quello del saggio di Jean Noël Kapferer, Voci che corrono, e ho acquistato il libro anche per questo, oltre al mio interesse per la cultura belga.
In entrambi i testi troviamo l’idea secondo cui molte persone credono alle voci di corridoio e le fanno circolare a loro volta solo perché hanno fiducia nella comunità in cui queste hanno attecchito. Se poi una cosa la dicono anche persone molto stimate…

Vox populi vox dei?

Reputo che Claus abbia scelto di far narrare la vicenda da alcuni abitanti di Alegem e d’intitolare alcuni capitoli Noi per dare l’idea delle malelingue e delle insinuazioni che creano una realtà alternativa a quella effettiva, una verità non verificata.

La quarta di copertina dell’edizione che ho utilizzato per questa recensione riporta questa frase: «Bisogna essere molto prudenti con le voci: fanno presto a trasformarsi in verità».

In fiammingo

Il titolo originale è De geruchten, che significa le voci.

CHI ERA HUGO CLAUS?
Nato nel 1929 e morto nel 2019 (tramite eutanasia), è uno dei romanzieri belgi più importanti. Ha ricevuto molti riconoscimenti, tra cui il Premio Nonino e il Premio Pasolini.

Nella nota biografica del libro si legge che il Belgio lo ha candidato al Nobel.

Claus è stato anche drammaturgo e regista.

Corrono voci Book Cover Corrono voci
Hugo Claus
Letteratura
Feltrinelli
2006
210 p., brossura