Nata a Milano nel 1966, dopo studi di filologia classica all'Università degli Studi di Pavia comincia a lavorare in libreria. Fa la libraia per 26 anni. Ha collaborato con case editrici quali Astoria, come lettrice dall'inglese e dal francese e per Giunti per cui ha scritto una guida on line sulle città europee. Ha collaborato con articoli e recensioni al blog SulRomanzo e al blog di approfondimento culturale Zona di Disagio. Suoi articoli sono apparsi sul sito della società di formazione Palestra della Scrittura. Ha curato blog di carattere economico e, per anni, ha lavorato come web content writer. E' autrice di due libri: Guida sentimentale alla Tuscia viterbese, una serie di brevi reportage di narrazione dei territori e Mors tua vita mea, un libro di racconti pubblicato da I Quaderni del Bardo Edizioni. Un suo racconto è pubblicato all'interno del libro Milanesi per sempre, Edizioni della Sera. Dirige la rivista L'Ottavo

La “banalità” del male. Che banale non è

Di Geraldine Meyer

Una penna intinta nell’acido quella che Shirkey Jackson ha usato per scrivere questo La strada oltre il muro, splendidamente tradotto da Silvia Pareschi. Pepper Street, strada di un sobborgo di San Francisco, negli anni di poco precedenti la Seconda Guerra Mondiale. Un microcosmo in cui perbenismo, cattiveria, pettegolezzo e rancore diventano il concetrato di materia incandescente pronta ad esplodere. E la Jackson ci accompagna in un viaggio dell’orrore in cui la tensione, dapprima trattenuta fino quasi a non essere percepita, esplode in un finale di deflagrante amarezza.

Sepolcri imbiancati i giardinetti e le case che la Jackson ci descrive minuziosamente quasi a farne l’immagine architettonica di chi le abita. Vizi privati e pubbliche virtù trovano dimora in quelle abitazioni né povere né ricche. Baluardi a difesa del nulla, a difesa dall’altro e dagli altri. Non solo dagli altri per eccellenza, gli stranieri, i cinesi, i cattolici che stanno arrivando. Ma anche dagli altri simili a tutti gli altri.

Vite fatte di niente, di parole vuote e cattive, di tradimenti, solitudine e infelicità mascherate da perfezione familiare anche quando, si capisce bene, la perfezione è solo una maschera ghignante e di cartapesta rotta.

Gli uomini vanno al lavoro e lo spettacolo della perfidia è in mano alle donne, impegnate a coltivare rancori, gelosie, farse, umane miserie. Sarebbe quasi meglio che questa comunità di monadi fosse almeno animata dal fastidio reciproco. Invece, ciò che più fa paura, è la totale noncuranza della loro piccolezza, il loro stare sulle barricate senza nemmeno accorgersi di stare sulle barricate.

Discorsi vuoti, parole pronunciate senza cura, dialoghi che dialoghi non sono perché nessuno ascolta nessuno ma solo dipinge il prossimo dipingendo, in realtà, se stesso. Terreno perfetto di coltivazione per figli che sono la versione, in piccolo, dei genitori. Non c’è innocenza alcuna in loro, nessuna apertura o curiosità. Solo giudizio, perfidia, rivalità e competizione. E chi, apparentemente non ci sta, come il piccolo Tod, semplicemente soccombe. Nel peggiore dei modi, come si scoprirà leggendo, ma senza nemmeno la “consolazione” di avere aperto occhi e cuori al pantano umano che lo ha circondato per tutta la vita.

Non vi è redenzione alcuna in questo libro tanto lucido quanto crudele. Tutti i personaggi sembrano delle biglie impazzite scagliate nel vuoto di un’esistenza senza relazioni, senza prospettive e senza futuro. Di loro non resterà nulla, nemmeno dopo il colpo di scena finale. Che, invece di aprire varchi di umanità, non fa che ristabilire l’ordine appena appena incrinato. Non si vive insieme a Pepper Street, e nemmeno si soffre insieme. Le porte delle case si aprono appena, se ci si ritrova a casa di qualcuno è solo per mettere in scena il più fangoso autismo sociale, il più spaventoso autosoffocamento, la più terribile delle claustrofobie. A Pepper Street le case non sono dimore ma gabbie e prigioni, le persone sono burattini, la vita è un freddo fondale che mette in luce una disperata solitudine.

La strada oltre il muro Book Cover La strada oltre il muro
Fabula
Shirley Jackson. Trad. di Silvia Pareschi
Letteratura
Adelphi
2024
219 p., brossura