Poesie di Simona Volpe
Essenze
E restano gli albumi divisi dai tuorli
i vestiti sulla sedia
e le parole a mezza bocca
mentre abbandoni il palco.
Restano le bucce dei mandarini
l’aria asprodolce nei polmoni
e quel profumo a metà
tra la pelle e i tulipani.
Restano le ali dismesse
appese alla gruccia nell’armadio,
i fermagli tra i capelli
e uno chignon da sposa;
I buchi nella cinta
e quelli alle orecchie,
i salvadanai rotti
da un sogno resiliente.
Resta l’arsura di un’estate spaccona e quel tramonto
che muore insieme a te
tra le ginestre alte.
E restiamo noi
particelle in controluce
con un foglio tra le mani
e una carezza scalza che sorride.
Notturna
Sei il colore fuori dai bordi
l’ultima parola
la corda tesa
che tiene a terra
un volo in mongolfiera.
La striscia di lumaca
sulla foglia del cavolo nell’orto
e fondo d’olio evo
nella bottiglia scura
Sei serratura antica
chiavistello seducente
e conchiglia frantumata
che si fa terra promessa
E sei me
nei miei giorni di luna piena
nelle scie di barche assonnate
che escono alla sera
nei riflessi che intrecciano
il tuo vento al mio.
Malamore
Straniero è l’Amore
per chi non sfida
i vicoli del cuore
bui
analfabeti
impervi labirinti
dalle impraticabili pieghe..
Gli afflati sfiniti
da vortici passati
restano alla catena
e il sentire, per loro,
è canto sordo
richiamo ovattato
di sirene sbagliate
che raccontano
fiabe proibite.
Senza il coraggio
con le sue serpi
Medusa vince:
pietrifica le caviglie ai sogni
in una notte infinita
chiamata attesa..
e mentre il sole si spoglia di luce
solo il cielo, ancora
arrossisce per noi.
Ali
Ti distinguo
nel traffico dei miei pensieri.
Ti porto con me
silenziosa crisalide di albume
silente pazienza
sacrosanta paura.
Sei lì
demone dell’anima
li, che mi guardi
e non comprendi.
Ti agiti e fuggi
arruffato nei capelli
attorcigliato nella mente
spettinato nelle sopracciglia.
Ti credo mio
sottosopra
sottopelle
sottovoce.
Il bandolo si perde
e inesorabile
riporta a te ogni fiato..
trafficante di emozioni
instancabile risacca
mare in tempesta.
Solo..
E’ Solo un intreccio
di pensieri rampicanti
e ipnotici violìni
nelle gole profonde
di calcarea e anima.
È Solo un polverone
di scintille sparse,
scie lattiginose
nel manto infinito
di schiene sulla sabbia.
È Solo una rete
di mani senza volto,
di odori dell’infanzia
che legano i sensi
mentre le cicale mangiano i silenzi.
E’ Solo entropia
di soffioni d’argento
che scoppiano in un afflato
di desideri imbottigliati
nel traffico delle correnti.
E’ Solo un battito di tamburelli
di salti pizzicati su zampe di ragno
di gonne roteanti che stordiscono
di capelli corvini asciugati al sole
e notti impigliate tra le gambe.
È Solo Tempo
Senso denso
Strade annodate.