IN VOLO SULLA MONGOLFIERA CON MR BALOON : INTRODUZIONE A NUVOLANDIA: NEL NEGOZIO DI MR BALOON
Di Chiara Taioli
Quella sera a Nuvolandia il sole scendeva pian piano all’orizzonte dietro le alte torri di nuvole; alcuni raggi ribelli bucavano le soffici barriere e si sparpagliavano qua e là. Uno di quei raggi entrò nel negozio di mongolfiere “Import Export”dalla vetrata frontale e proiettava un fascio di luce giallognola, che illuminava interamente la cesta in vimini posta al centro. Mr Baloon, il titolare, se ne stava in piedi dentro la cesta, che aveva adibito a bancone da quando smise di volare con quella mongolfiera, mentre il pallone aerostatico a forma di nuvola era stata l’insegna esterna, prima che venisse sostituita dalla enorme valigia marrone. Era intento a chiudere i conti della giornata che volgeva al termine; i clienti erano andati via e lui era solo all’interno del negozio. Nel taccuino su cui annotava i conti, controllò minuziosamente i numeri riga per riga, con il monocolo incastonato nell’occhio destro; si capiva dalla espressione appagata sul suo volto che gli affari erano migliorati, se non fosse che arrivò alla voce “mongolfiera scomparsa”.
La perdita gli bruciava come una ferita ancora aperta; nella sua mente si sollevò un polverone di interrogativi.
“- Com’è potuto accadere? L’orologio “Chetempofarà”, sì, lui sa cos’è avvenuto… Ah, già, non c’era. Per le pantofole della regina! Ne doterò ciascuna mongolfiera. Ricordo che alla partenza c’era tempo sereno …”.
Continuò a rimestare nei ricordi di quella giornata in cerca di una risposta che non arrivava, ma doveva trovarla, perché ne andava del proprio onore e della reputazione della ditta, a cui lui stesso aveva aggiunto la attività “Import Export” di mongolfiere al di fuori di Nuvolandia, in un viaggio dei quali scomparve inspiegabilmente la mongolfiera, senza lasciare alcuna traccia.
Sfacciato come era entrato, allo stesso modo il raggio di sole si assottigliava e si ritirava dal negozio. Mr Baloon, accortosi che stava facendo sera, zittì con fermezza il brusio nella mente, come un maestro richiama all’ordine gli alunni indisciplinati; ma più di ogni altra cosa zittì l’orgoglio ferito di uomo d’affari, lui appunto, il quale, sino al giorno del volo della mongolfiera scomparsa, aveva portato ogni volo a termine, aveva consegnato ogni pacco rigorosamente puntuale, ed aveva la fama dell’uomo d’affari più stimato nel paese delle nuvole più belle.
Strinse nervosamente il monocolo in una morsa tra indice e pollice della mano destra. Qualche secondo dopo lasciò la presa di scatto come se al posto del monocolo ci fosse un ferro infuocato; riprese il pieno controllo della mente, cacciando quello scomodo e assillante pensiero che gli aveva fatto perdere sin troppo tempo.
Quando sul taccuino batteva una flebile luce arancione, Mr Baloon aveva terminato i conti; il che voleva dire avere terminato al medesimo orario di tutte le sere. Da sotto i baffi neri, perfettamente allineati come i denti di un pettine, gli uscì un sospiro per la puntualità ineccepibile.
Richiuse il taccuino la cui rigida copertina marrone tendeva al colore porpora sotto quella luce. Se ne stava ancora dentro la cesta in vimini e ancora con il monocolo all’occhio destro; aveva una espressione distesa in viso, certo di ascoltare le consuete parole “ Mr Baloon, puntuale come sempre ” pronunciate dall’orologio “Chetempofarà” con voce nasale, mentre la lancetta indicava l’immagine elegante di Mr Baloon nel distintivo abito verde a righe nere, con bombetta in testa. Lo sapeva. Ma usciva dal negozio solamente dopo averle ascoltate. Con la mano sinistra cercò la catenella dell’orologio penzolare dal taschino del gilè; non avvertendo la fredda sensazione che la catenella gli dava al tatto, e risalì alla fessura del taschino certo di trovarlo all’interno come un pesce catturato nella rete.
- Per le pantofole della regina!- gli uscì dalla bocca semichiusa. Il taschino del gilè era vuoto.
Il sole continuava a scendere e il raggio aveva lasciato una misera pozza di luce pallida sul pavimento ai piedi della vetrata.
Il volto rimase impassibile, ma stavolta sembrava sforzarsi di mantenerlo tale. Si diede una occhiata intorno, ma non lo vide, impugnò la bombetta, infilò il taccuino nella giacca e lasciò il negozio passando per la porta alle spalle. Una mongolfiera era pronta alla partenza al centro del piazzale: sul pallone a forma di valigia si leggeva “Import Export”. Era la mongolfiera personale. Salì di fretta la scaletta come se all’improvviso si fosse ricordato di un appuntamento.
- Mr Baloon, la stavo aspettando- gli si avvicinò una figura d’uomo di bassa statura con un berretto in testa.
- E’ lei, Rodoquino?
Quando alla luce della mongolfiera si delineò il collaboratore di fiducia, si sentì quasi sollevato; gli fece segno di avvicinarsi ai piedi della cesta.
- Mentre caricava la mongolfiera, ha visto, per caso, il mio orologio?- Gli parlò con un tono di voce basso nonostante nessuno fosse nei paraggi e, l’ultima parola, “orologio”, gli si era quasi fermata in gola.
- Mr Baloon,- Rodoquino rimase sorpreso – il suo orologio?- la prese come una battuta tra amici. Mr Baloon ignorò quel tono e gli disse, stavolta, con voce decisa.
- L’orologio “Chetempofarà”.
Rodoquino si sentì lo sguardo di Mr Baloon frugare in ogni angolo della sua mente.
- Mr Baloon, se lo avessi visto, sarebbe già nelle sue mani.- Si tolse il berretto e lo rigirò tra le mani, a cui seguì una risata senza
allegria.
- Non ne faccia parola con nessuno- disse secco Mr Baloon e la chiuse lì. Il crepuscolo serale calato sul piazzale facilitò il saluto tra loro.
- Rodoquino, l’ho trovato!- Urlò esultante un uomo alto che veniva verso Rodoquino, ignorando totalmente la presenza di Mr Baloon e persino della mongolfiera su cui stava prendendo il volo.
- Dia a me!- esclamò con impeto Mr Baloon, convinto che fosse l’orologio “Chetempofarà”.
Le mani dell’uomo alto si tesero verso di lui, ma Rodoquino lo anticipò prendendo quell’oggetto.
- Mr Baloon, non è mica l’orologio “Chetempofarà”?!- diede in una risatina- è uno di quegli oggetti dimenticati che nessuno verrà mai a reclamare. Là – e indicò un angolo che all’oscurità serale pareva inesistente – ce ne sono talmente tanti.
Quell’oggetto finì dentro il berretto che ancora teneva in mano.
- Rodoquino, lo dia a me, grazie- il tono di Mr Baloon si fece imperativo.
- Certamente Mr Baloon, non volevo farle perdere tempo oltre a quello che ha già perduto- Rodoquino gli allungò quell’oggetto abbastanza vicino perché lo potesse vedere ma senza riuscire a prenderlo.
Invece Mr Baloon si sporse dalla cesta e lo afferrò stretto per evitare che gli cadesse dalle mani.
-Vede, come le avevo detto, è uno di quegli oggetti…
- Questo è il collare del dottor Gallek!- disse stupito Mr Baloon, seppure non era quello che si aspettava di trovare.
- Il dottor Gallek indossa un collare da cane?!- furono le uniche parole che spiaccicò l’uomo che aveva portato il collare e che furono ovviamente ignorate dagli altri due.
- Glielo stavo per dire, se me ne dava il tempo. Lo riporto domani al dottor Gallek- gli assicurò Rodoquino, tormentando il berretto tra le mani.
- Mi fermo ora dal dottore Gallek, subito dopo essere passato da Rolando- Mr Baloon non gli lasciò il tempo di replicare. Lo salutò con un labiale “arrivederci”. E partì in volo.
Sul piazzale avvolto dal buio serale Rodoquino e l’altro uomo scomparvero ben presto dalla vista di Mr Baloon. BOTTEGA ROLANDO
Quella sera Mr Baloon non aveva affatto previsto di fermarsi da Rolando e dal dottor Gallek, ma la perdita dell’orologio “Chetempofarà”, e il ritrovamento del collare del cane del dottore, poi, gli imposero un cambiamento forzato di programma. Lungo la via delle botteghe a Nuvolandia, era calato il silenzio insieme alla sera; non però su quella di Rolando. Dall’interno partivano lampi di luce seguiti da fragorosi tuoni e scrosci d’acqua. Questo voleva dire che era ancora dentro la bottega, e Mr Baloon cominciò a pensare a mente fredda alle parole con cui dirgli che aveva perduto l’orologio ‘Chetempofarà’, che non sapeva dove fosse e come chiederne un altro per il viaggio che lo attendeva al di fuori di Nuvolandia. Rolando gli incuteva ancora quel timore reverenziale che provava da piccolo quando col padre e il fratello andava in bottega.
Mr Baloon lasciò la mongolfiera a pochi metri dall’ingresso principale, e si diresse verso quello secondario, nel retrobottega dove c’era una stretta porta di legno sulla cui sommità stava accovacciato un tordo. Questi allungò il collo per stiracchiarsi: mostrò il petto chiazzato di marrone scuro ed emise un verso sgradevole come se un boccone gli fosse andato di traverso, che per fortuna durò pochi secondi. La porta si aprì verso l’interno, mentre il tordo ritornò accovacciato, confondendosi con il legno della porta. Faceva la guardia alla bottega durante la notte ma ad un occhio distratto pareva un tordo che aveva scambiato quella porta per un ramo d’albero.
Mr Baloon fece un passo dentro la bottega e la porta si chiuse alle sue spalle come si era aperta.
- Mr Baloon- pronunciò una voce bassa e lontana che proveniva dalla stanza sotterranea. Sicuramente aveva interrotto una previsione del tempo; difatti i tuoni, gli scrosci d’acqua ed i lampi di luce erano cessati ora.
- Questo orologio non vuole saperne di prevedere altri cambiamenti- la voce si fece più vicina man mano che Rolando saliva dalla stanza sotterranea verso la bottega ed un bagliore di luce rischiarò per un attimo la parte alta della scala.
- Rolando, sono venuto senza preavviso, ma le ruberò solamente pochi minuti e poi potrà tornare ai suoi esperimenti.- si affrettò a dirgli Mr Baloon.
Quando pose piede sull’ultimo gradino, Rolando accese la luce della bottega: aveva una espressione irritata ma controllata, ed una scia di fumo nero gli saliva dalla schiena.
- Esperimenti?!? Per poco questo orologio (lo teneva in mano) distrugge la stanza- meteo – rispose freddamente, voltandosi verso la scala per accertarsi che non ci fossero fenomeni atmosferici in atto.
E Mr Baloon notò una bruciatura a forma di fulmine sul retro del camice bianco.
In copertina La mongolfiera di Roy Ball. Immagine dal sito ifalsidautore.it