La poesia di Gabriella Maria Pia Bussolati
Di Gabriella Maria Pia Bussolati
Sulla punta delle zampe
spuntano alla finestra della vecchia casa
due baffi di gatto rivoltati.
Panna e caffè sono mischiati insieme
E in molta quantità su un tavolo
Coperto di dolci e vini forestieri.
C’è pure un’eccellente uva di collina.
Ricordo un vecchio seduto su una panca.
Fumava il suo toscano
Ricordo anche le mani del fornaio
Che arrotondava la pasta per infornare il pane sulla pala
Ricordo quando l’ acqua cadeva dai tetti a precipizio
Ho ancora nelle ossa l’ umidità lasciata dal fiume debordato
Ritrovo nella camera il catino screpolato
E una comoga da caffè per far scaldare l’ acqua,
Il vaso dove scioglievo il cioccolato e la sua tazza.
Nei comodini son sistemati ancora gli orinali
Di maiolica a rammentare quello per li padrone
Di terra per non scordare quello del servitore
La scrivania ha mantenuto lo stesso candeliere.
L’ ostinata fedelta’
Del Suo abbraccio tra i ghiacci
E’ atto di fede, desiderio e risorsa
Il filo di piacere entra
Nell’ ago di un tempo
Dove il sole non tramonta
Muta di attimo in attimo
La luce sull’ olio del mare
Fermo ed increspato
Il torpore del freddo
Brucia il senso del Suo Volto
E la mia gioia pregata
INVISIBILMENTE VERI (a Giuliano)
Le nostre ceneri mischiate
Godranno il piacere
Dell’ amarsi al sole
Saranno isola
Al centro della piana
Un’ isola lontana
Dove altre voci ed altri sguardi
Non giungeranno piu’
Dove rimorso e peccato
Saranno parole sconosciute
Dove rinasceremo
Dal naufragio
Approderemo insieme
A coste perdute
In insenature sconosciute
Ci nutriremo di una nuova ora
Ci mangeremo con piccoli morsi
Assaggeremo il velo dei nostri corpi
Imbevuti dolcemente di abbandoni
Ci mangeremo con gusto
Lentamente
Eternamente insieme
La zattera attende in superficie
Per salvare
Il troppo profondo naufragare
Veglia controcorrente
Su odori e sapori di flussi imprevisti
Talismano
Che non sbalordisce, ma stupisce
Lotta come una camicia
Sopra l’ onda prepotente
Incravattata
L’ olio e’ finito
La lampada si e’ spenta
Mi devo ritirare
Al valore del prima
Aggiungero’ quello del dopo
Non so se scegliere
Significhi sacrificarsi
So di essere in attesa dell’ inondazione
Di senso comune
Che ingoiera’ l’ ultimo passo
In cerca di rifugio
Intimamente distante
Al sorriso del pianto dell’ abitudine
Camminero’ sulle rive dell’ acqua
Santifichero’ la sete del ritorno
Ringraziero’ l’ equipaggio degli amici
Che ha amato anche la mia incoscienza
Le vane agitazioni ed inquietudini
I diritti fatti di rivolte e di rovesci
Le bambole che mi giocano dentro
Mi inchinero’ a un passato che risorge
Dentro tracce incise sulla pelle mutante
In forza di un futuro gia’ presente
Le cellule di questo corpo
Scelgono per sempre
Di non scegliere
Ma di affidarsi
All’ enigma mascherato
Della contraddizione della vita
In copertina Gabriella Maria Pia Bussolati