Il libro dell’estate. E l’amore tra nonna e nipote
Di Geraldine Meyer
Una natura che, clemente o inclemente, è sempre maestra di chi sa comprendere che essere creature tra creature è un bel modo di stare al mondo. Un padre silenzioso, eppure presenza viva, presenza che è, essa stessa, relazione. Il mare, un’isola e le sue tempeste. Una nipotina e sua nonna. E il legame, fortissimo e così umano nei suoi dissapori e stanchezze, tra chi si affaccia alla vita e chi sa che tra non molto dovrà da essa congedarsi.
Queste le pietre, solidissime, su cui è costruito Il libro dell’estate di Tove Jansson. Nata nel 1914 a Helsinki è stata pittrice, illustratrice e autrice di libri per l’infanzia che hanno conosciuto notevolissimo successo. Con questo Il libro dell’estate l’autrice entra in pieno in quello che, a un certo punto del suo lavoro, ne è diventato il fulcro come ci ricorda Carmen Giorgetti Cima nella postfazione quando scrive: “[…] la Jansson allarga gli orizzonti delle sue tematiche inserendo un elemento destinato ad assumere un’importanza centrale nella sua successiva produzione, e cioè la necessità del singolo d’imparare a fronteggiare da solo il mondo esterno, fuori dalla fortezza sicura dei legami familiari.”
Sarà proprio così, se si legge in filigrana questo libro, per i tre protagonisti. Pur essendo su un’isola, pur essendo uno vicino all’altro, per ciascuno di loro (anche per il padre, vedovo e apparentemente in sottofondo) si tratta di abitare il tempo, di accettare i limiti, di proteggersi certo ma anche di lasciare che, ciascuno a suo modo, faccia i conti con la vita. Che per la giovane ragazzina vuole spesso dire non comprendere sua nonna e, per l’anziana donna, vuol dire proteggerla senza evitarle le disillusioni sul mondo. E di farlo con quella saggezza e quella distaccata indulgenza che è della vecchiaia, talvolta molto più morbida della granitica certezza dell’infanzia.
Non mancano certo discussioni animate, stanchezza reciproca, quel non sopportarsi dentro giornate di sole o di pioggia. Giornate fatte di parole, gesti, tra piante da curare, fiori da osservare, rumori, silenzi di una natura che detta i tempi, le luci e le ombre.
La bambina e la nonna sembrano le due estremità di un percorso. Ma in realtà, in molti momenti, le loro insicurezze e fragilità paiono mescolarsi e rivelarsi fatte della stessa materia. I modi per rimproverarsi, così come quelli di proteggersi, sono uguali. Perché più forte di tutto è il loro legame. Che viene esaltato proprio dalla natura che le circonda e che plasma il percorso dei loro giorni facendone l’una lo specchio dell’altra. La nonna ha “meno tempo” e per questo ne ha di più e quel di più lo dona alla nipote anche quando questa sembra non volerlo perché va di fretta, come tutti i bambini.
Un delicato libro su cosa sia l’amore possibile tra generazioni diverse tra loro.
Gli iperborei
Letteratura
Iperborea
16 edizione 2023
172 p., brossura