L’amore in carne e spirito di Vincenza Di Schiena
di Federico Migliorati
“Bagnami di dolce saliva
Entra nell’erbario
Fai spazio tra l’ortica
Fusto di liquirizia accomodati
e metti le radici”.
Già dal titolo, “Un bacio e un graffio”, l’opera poetica dell’insegnante e attivista pugliese Vincenza Di Schiena (con postfazione di Pasquale Vitagliano) mette subito in chiaro il contenuto dei suoi versi dedicati alla “madre mia bellissima”, che oscillano tra la “spina della nostalgia”, un redivivo erotismo delicato e intenso e un universo cangiante di emozioni. La raccolta, pur succinta, ha in sé il marchio indelebile di un amore tormentato e macerato
(“il solito irrisolto”),
che muove ogni altro sentimento, si fa carne e spirito, lievito e linfa di una scrittura, in cui ricorre una rima attenta, in un andirivieni di pensieri e azioni che non troveranno pace fino a che
“l’Angelo della morte geli il sangue”
: è ciò che rende sàpida e ricca di pathos l’esistenza, la presenza-assenza già indicata da Bertolucci che sussume un intero percorso interiore e di maturazione del sé. Essere “avamposto d’amore” significa cogliere la primizia di un sentimento tra esseri umani, non tanto angelicato o platonico, ma in grado di incidere a fondo nel vissuto di amanti, di coloro cioè che si fanno
“nazioni dei sentimenti quando ci guardiamo. Deliranti e sorridenti”.
Attraversare questo magma equivale a conoscersi ulteriormente, a rapportarsi all’altro concependo che solo “ad armi pari” si sperimenta il vero connubio affettivo. Ma Di Schiena non guarda esclusivamente alla persona che ha di fronte bensì estende il proprio spazio vitale, il proprio universo-contenitore di emozioni anche alla realtà animale: ecco allora un’ode ai suoi gatti, ai
“miao in tutte le lingue”
ai quali non è possibile rinunciare, per non tacere dell’ambito naturale e del paesaggio scrutato con delicatezza nei silenzi e nelle penombre. “Un bacio e un graffio” ci parla di un doppio Io che ciascuno rappresenta e che non necessariamente richiama le maschere che, ahinoi, la società spesso ci costringe a indossare: è quel bene e male che viviamo nello sguardo interiore e verso l’altro, è l’insieme delle anime
“per giocare e per patire”,
è un coacervo di contraddizioni e di non-sense che abitano i nostri giorni. “Assedio e guerra è l’amore vero” recita un epigramma della raccolta: nulla, nel contesto di un sentimento così forte erga omnes, è immediato o di facile conquista sibbene richiede impegno, dedizione, talvolta logoramento, ed è sempre, in definitiva, capacità di riempire un foglio bianco con la scrittura interpretante la propria vita. A suggellare questo cammino tortuoso ed eccitante insieme resta
“l’ecologia del piacere”,
la purificazione dalle intemperie che hanno minato o sporcato il gesto
“la pece che ha inquinato l’amore”.
Così si restituirà allo spirito e alla carne il loro giusto spazio, l’equilibrismo indispensabile a non naufragare nel mare dell’indifferenza che nega “parole e avventure nuove”.
Poesia
Edizioni Ensemble
2023
65 p., brossura